Humane Society International / South Korea


HSI

SEUL, Corea del Sud—È stato pubblicato ieri il tanto atteso “piano base” del Governo della Corea del Sud per porre gradualmente fine al commercio di carne di cane. Gli attivisti di Humane Society International/Korea hanno accolto la notizia come un “importante traguardo in questo storico percorso” e hanno esortato altri paesi dell’Asia a seguire l’esempio. Tuttavia, secondo HSI/Korea, sono necessarie ulteriori azioni per prevenire le terribili sofferenze dei cani.

Sangkyung Lee, responsabile della campagna di HSI/Korea per porre fine al commercio della carne di cane, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “La pubblicazione del piano del governo per la graduale dismissione dell’industria della carne di cane in Corea del Sud rappresenta un importante traguardo in questo storico percorso che vi porrà fine una volta per tutte. Speriamo che altri paesi asiatici, dove il commercio della carne di cane persiste nonostante l’opposizione pubblica, seguano l’esempio della Corea del Sud, affinché la nostra legge speciale e il piano base possano fungere da catalizzatori per simili prese di posizione etiche in tutto il mondo. HSI/Korea è pronta a fornire ulteriori consigli al Governo sul benessere dei cani e a salvarli quando possibile, affinché le vittime di questa brutale industria abbiano la possibilità di una vita felice”.

Riguardo al piano di sostegno finanziario per gli allevatori di cani destinati alla produzione di carne, la referente di HSI/Korea ha commentato: “Siamo delusi che il piano base del governo preveda aiuti finanziari per gli allevamenti di cani sulla base del numero di animali allevati. Sebbene siano stati fissati limiti in base alla capacità dichiarata degli impianti di smaltimento dei rifiuti, questo approccio rischia di portare a un improvviso aumento del numero di cani allevati al solo scopo di ottenere più indennizzi, alimentando le nascite di cuccioli destinati a soffrire. Questo approccio va nella direzione opposta rispetto allo scopo della legge speciale e rischia di esporre ancora più cani a crudeltà, rendendo la gestione da parte del Ministero dell’Agricoltura, delle Risorse Alimentari e degli Affari Rurali di questi animali ancora più difficoltosa. Esortiamo il Ministero a rivalutare la decisione e a optare invece per un importo fisso o un pacchetto di aiuti basato sul piano di transizione di ciascun allevatore”.

Riguardo alla gestione dei cani durante e dopo il periodo di transizione, Lee ha aggiunto: “Sono chiaramente necessarie discussioni urgenti sulle azioni prioritarie da intraprendere per arrestare la nascita di cuccioli negli allevamenti durante la fase di transizione. Il Governo nazionale deve impegnarsi attivamente con le amministrazioni locali e le organizzazioni di tutela degli animali, come HSI/Korea, per garantire che gli allevatori separino immediatamente gli esemplari di sesso maschile e femminile negli allevamenti per fermare le attività riproduttive. Non c’è alcun motivo per far nascere altri cuccioli innocenti in questa crudele industria proprio ora che l’obiettivo è quello di porvi fine”.

Note:

  • Con oltre 6 milioni di cani domestici che vivono nelle case dei coreani, la domanda di carne di cane è ai minimi storici. Stando a un sondaggio condotto da Nielsen Korea nel 2023, l’86% degli abitanti della Corea del Sud non è intenzionato a consumare carne di cane in futuro e il 57% è favorevole all’introduzione di un divieto.
  • Dal 2015, HSI/Korea ha aiutato 18 allevatori di cani in tutta la Corea del Sud a passare alla coltivazione di vegetali come peperoncino e prezzemolo, o alla consegna dell’acqua e ad altre attività economiche nell’ambito del programma Models for Change.
  • La Corea del Sud si unisce a un numero crescente di paesi in tutta l’Asia che hanno vietato il commercio di carne di cane (con diversi gradi di applicazione), tra cui Hong Kong, Taiwan, le Filippine, l’India, la Thailandia e Singapore, oltre alle città di Shenzhen e Zhuhai nella Cina continentale, la provincia di Siem Reap in Cambogia e più di 60 città, distretti e province dell’Indonesia.

A questo link è possibile visionare le foto e i video raccolti da HSI/Korea a testimonianza della chiusura degli allevamenti di cani per la produzione di carne. Si prega di contattare escuri@hsi.org per scaricare gli asset desiderati.

FINE

Contatti stampa:

  • Eva-Maria Heinen, Senior Manager Media & Communications, HSI/Europe. emheinen@hsi.org +39 3338608589
  • Elisabetta Scuri, Media & Communications Manager Italy, HSI/Europe. escuri@hsi.org

“È un momento storico che non pensavo avrei testimoniato nel corso della mia vita” afferma JungAh Chae, direttrice di Humane Society International/Corea

Humane Society International / Europa


Jean Chung

SEUL—Oggi, con un voto dell’Assemblea Nazionale della Corea del Sud, è stato messo al bando il business della carne di cane. Un evento definito “storico” dagli attivisti di Humane Society International/Corea. Nel Paese, fino a un milione di cani vengono allevati e uccisi ogni anno per il consumo umano. Il divieto, che entrerà in vigore tra sei mesi con un periodo di transizione di tre anni, renderà illegali l’allevamento, l’uccisione e la vendita di cani e carne di cane per il consumo umano a partire dal 2027, con sanzioni fino a tre anni di reclusione o una multa fino a 30 milioni di won sudcoreani (KRW).*

Questa notizia giunge in un contesto di forte sostegno pubblico e politico. Attualmente si registrano oltre sei milioni di cani domestici nelle case coreane e la domanda di carne di cane è ai minimi storici. Un sondaggio d’opinione realizzato da Nielsen Korea del 2023 ha rivelato che l’86% dei sudcoreani non intende mangiare carne di cane in futuro e il 57% è a favore di un divieto.

JungAh Chae, Direttrice di Humane Society International/Corea, che ha strenuamente promosso l’introduzione di un divieto, ha accolto favorevolmente la notizia dichiarando: “Si sta scrivendo una pagina di storia. Non avrei mai pensato di testimoniare nel corso della mia vita l’introduzione di un divieto all’atroce industria della carne di cane in Corea del Sud. Questa vittoria storica per gli animali è la testimonianza della passione e della determinazione del movimento animalista. Abbiamo raggiunto un punto di svolta: la maggior parte dei cittadini coreani si rifiuta di mangiare cani e vuole vedere questa sofferenza relegata nel passato. Oggi i nostri legislatori hanno agito con decisione per rendere tutto ciò realtà. Anche se il mio cuore si spezza per i milioni di cani per i quali questo cambio di passo è giunto troppo tardi, sono felicissima che la Corea del Sud possa finalmente chiudere questo capitolo miserabile della propria storia e abbracciare un futuro amico dei cani.”

Le misure adottate prevedono anche la possibilità per allevatori di cani, operatori di macelli e proprietari di ristoranti di presentare domanda di risarcimento e, qualora accolta, di ricevere supporto governativo per la transizione o la chiusura di queste attività, similarmente al programma “Models for Change” di HSI/Corea. Dal 2015, Humane Society International ha infatti aiutato 18 allevatori di cani, in tutta la Corea del Sud, a passare a fonti di reddito alternative come la coltivazione di ortaggi (peperoncini e prezzemolo) o la fornitura di acqua.

HSI/Corea esorta il Governo a utilizzare il periodo di transizione di tre anni per collaborare con organizzazioni per la protezione degli animali, compresa HSI/Corea, per salvare il maggior numero possibile di cani, in uno sforzo coordinato, promosso dallo Stato.

Kitty Block e Jeff Flocken, rispettivamente Amministratrice Delegata e Presidente di Humane Society International, affermano congiuntamente: “Questa è davvero una giornata storica per la nostra campagna e gli sforzi per porre fine agli orrori dell’industria della carne di cane in Corea del Sud – una che speravamo di vedere da molto tempo. Avendo visitato numerosi allevamenti di cani da carne, conosciamo bene le sofferenze e le privazioni che questi poveri animali devono subire per un business che è finalmente costretto a chiudere la serranda. Questo divieto segna la fine dell’allevamento e della vendita di carne di cane in Corea del Sud e siamo pronti a contribuire con la nostra esperienza fino a quando ogni gabbia sarà vuota.”

La Corea del Sud si unisce a una crescente lista di paesi e territori dell’Asia che hanno vietato (con diversa applicazione) il commercio di carne di cane, tra cui Hong Kong, Taiwan, le Filippine, l’India, la Thailandia e Singapore, oltre alle città di Shenzhen e Zhuhai nella Cina continentale, la provincia di Siem Reap in Cambogia e 45 città, reggenze e province dell’Indonesia.

Foto e video del programma di chiusura degli allevamenti di cani da carne di HSI/Corea in azione (creare account per il download).

*La normativa prevede una pena fino a 2 anni di reclusione o una multa fino a 20 milioni di KRW per l’allevamento e la vendita di cani a scopo alimentare e fino a 3 anni di reclusione o una multa fino a 30 milioni di KRW per l’uccisione di cani per il consumo umano.

FINE

Contatto: Martina Pluda, direttrice per l’Italia, mpluda@hsi.org; 3714120885SE

Per HSI/Korea urge una rapida azione legislativa per “chiudere questo triste capitolo nella storia della Corea e abbracciare un futuro più etico per i cani”

Humane Society International / Europa


HSI

SEOUL—In un annuncio storico, il Governo della Corea del Sud ha dichiarato che entro la fine dell’anno in corso presenterà una proposta di legge per vietare l’industria della carne di cane, che vede fino a un milione di cani allevati e uccisi per il consumo umano ogni anno. In un incontro tenutosi oggi a Seoul tra il Ministero dell’Agricoltura, dell’Alimentazione e degli Affari Rurali, rappresentanti del partito esecutivo e gruppi animalisti coreani, tra cui Humane Society International/Korea (HSI/Korea), è stata annunciata una proposta di legge che, dalla data della sua approvazione, prevederà un periodo di transizione di tre anni. Ciò significa che il divieto entrerà in vigore nel 2027.

La proposta prevede anche compensazioni per aiutare gli allevatori, i commercianti, i macellai e i proprietari di ristoranti specializzati in carne di cane, legalmente registrati, a chiudere le poprie attività o a passare ad occupazioni alternative. Questa misura si ispira al programma “Models for Change” di HSI/Korea che dal 2015 ha lavorato con 18 allevatori di cani, in tutto il Paese, e ha permesso loro di passare alla coltivazione di piante e ortaggi, fornendo acqua e altri mezzi di sostentamento.

Questa notizia giunge a seguito di una crescente pressione pubblica e politica a favore di un divieto, che ha visto anche l’introduzione di cinque proposte di legge da parte dei membri dell’Assemblea Nazionale. La notizia è accolta con favore da HSI/Korea, uno dei principali gruppi animalisti che si batte per porre fine alla carne di cane in tutto il Paese.

JungAh Chae, Direttrice di Humane Society International/Korea, presente all’incontro con il Ministero, afferma: “La notizia che il Governo della Corea del Sud è finalmente deciso a vietare l’industria della carne di cane è come un sogno che si avvera per tutti noi che abbiamo lavorato instancabilmente per porre fine a questa crudeltà. La società coreana ha raggiunto un punto di svolta in cui la maggior parte delle persone ora rifiuta di mangiare cani e vuole vedere questa sofferenza relegata ai libri di storia. Con così tanti cani che soffrono inutilmente per una carne che quasi nessuno mangia, la proposta di legge del Governo offre un piano audace che ora deve essere urgentemente approvato dall’Assemblea, in modo che un divieto legislativo possa essere approvato il prima possibile per aiutare la Corea del Sud a chiudere questo triste capitolo della nostra storia e abbracciare un futuro più etico per i cani”.

Con l’acquisizione di maggiore consapevolezza in merito al benessere animale e con l’aumento dei numeri di cani domestici nelle case sudcoreane, che oggi sono oltre sei milioni, la domanda di carne di cane è diminuita. Gli ultimi sondaggi d’opinione, realizzati da Nielsen Korea su commissione di HSI/Korea, rivelano che l’86% dei sudcoreani non intende mangiare carne di cane in futuro e il 57% sostiene un divieto.

Humane Society International (HSI) riconosce che un breve periodo di transizione è inevitabile per lo smantellamento di questo commercio e per permettere agli attori coinvolti, dagli allevatori ai commercianti, di avviare altre attività. Tuttavia, HSI esorta il Governo a utilizzare questo periodo per collaborare con organizzazioni di protezione animale, come HSI/Korea, per salvare il maggior numero possibile di cani, in uno sforzo coordinato, sostenuto dallo Stato.

Il programma “Models for Change” di HSI/Korea ha permesso di salvare più di 2.700 cani in tutta la Corea del Sud e trovare loro famiglie adottive negli Stati Uniti, in Canada, nel Regno Unito, nei Paesi Bassi e in piccola parte in Corea del Sud. La maggior parte degli allevatori con cui HSI/Korea ha lavorato sperimenta crescenti pressioni sociali, familiari e finanziarie per abbandonare l’allevamento di cani.

Kitty Block e Jeff Flocken, rispettivamente Amministratrice Delegata e Presidente di Humane Society International, rilasciano una dichiarazione congiunta, affermando: “Questo è un giorno storico per la nostra campagna contro gli orrori dell’industria della carne di cane in Corea del Sud. Da molto tempo speravamo arrivasse. Avendo visitato allevamenti di cani destinati al consumo umano e visto in azione il programma ‘Models for Change’ di HSI/Korea, conosciamo troppo bene la sofferenza e la privazione che questi animali subiscono per un’industria il cui tempo è ora fortunatamente giunto al termine. Questo è l’inizio della fine dell’allevamento di cani per la loro carne in Corea del Sud. HSI è pronta a contribuire con la propria esperienza fino a quando ogni gabbia sarà vuota.”

Dati sulla carne di cane:

  • Anche se la maggior parte delle persone in Corea del Sud non mangia carne di cane, la convinzione che la zuppa di cane (bosintang) rinfreschi e rinvigorisca il corpo durante la calura estiva, in particolare durante il periodo del Bok Nal tra luglio e agosto, è ancora diffusa, soprattutto tra le generazioni più vecchie.
  • La maggior parte dei cani macellati per la loro carne in Corea del Sud viene uccisa per elettrocuzione; alcuni per impiccagione.
  • La carne di cane è vietata a Hong Kong, Singapore, Taiwan, in Thailandia, nelle Filippine, nonché nelle città cinesi di Shenzhen e Zhuhai, nella provincia di Siem Reap in Cambogia, in 32 città e reggenze indonesiane e nella provincia di Giacarta, in Indonesia.
  • Nonostante tutti questi divieti, si stima che ogni anno ancora 30 milioni di cani vengano uccisi per la loro carne in Asia.

Foto e video del lavoro di HSI/Korea (creare account per il download):

Petizione per mettere fine al crudele commercio di cani e gatti allevati per la loro carne in Asia

FINE

Contatto: Martina Pluda, Direttrice per l’Italia, mpluda@hsi.org; 3714120885

La sua elezione offre l’opportunità storica di relegare il commercio di carne di cane in Corea del Sud ai libri di storia

Humane Society International


Jean Chung for HSI

SEOUL—Le organizzazioni animaliste in Corea del Sud stanno esortando il neoeletto presidente Yoon Seok-yeol ad agire rapidamente per dare seguito al suo impegno preelettorale di porre fine all’industria della carne di cane. Tra queste, l’organizzazione per la protezione degli animali Humane Society International/Corea, con sede a Seoul, afferma che l’elezione di Yoon deve rappresentare “un’opportunità storica affinché l’industria della carne di cane in Corea del Sud venga relegata ai libri di storia.”

Yoon Seok-yeol, del partito People Power, ha rilasciato diverse dichiarazioni confermando il suo sostegno al divieto della commercializzazione della carne di cane a condizione che vi sia consenso sociale. Un sondaggio d’opinione del 2020, commissionato da HSI/Corea e condotto da Nielsen, ha dimostrato tale consenso. Infatti, quasi l’84% dei cittadini sudcoreani intervistati hanno affermato di non mangiare o di non voler mangiare carne di cane in futuro. Inoltre, quasi il 60% degli intervistati sosterrebbe un divieto legislativo del suo commercio.

Durante la 20a campagna elettorale presidenziale, Yoon è stato criticato per un’affermazione, infondata, ma spesso ripetuta dagli esponenti del settore, secondo cui i cani allevati per la loro carne sono diversi dai cani da compagnia. Yoon ha successivamente chiarito di essere personalmente contrario al consumo di cani e ha dichiarato che avrebbe portato avanti un piano di eliminazione graduale di quest’industria, a patto che questa azione fosse sostenuta dalla società coreana, cosa che è stata confermata dai sondaggi.

Dal 2015, HSI/Corea ha salvato più di 2.500 cani da allevamenti di cani da carne in Corea del Sud e ne ha chiusi definitivamente 17, in collaborazione con allevatori desiderosi di lasciarsi alle spalle questa attività in declino. Nara Kim, responsabile della campagna per HSI/Corea, afferma: “L’elezione di Yoon Seok-yeol come nuovo Presidente della Corea del Sud offre al nostro paese un’opportunità storica per relegare il commercio di carne di cane in Corea del Sud ai libri di storia. Più di un milione di cani all’anno—dai piccoli bassotti ai grandi Tosa—soffrono negli allevamenti di cani da carne, per poi essere uccisi e finire in una pietanza. I cani vengono ormai percepiti come membri della famiglia a tutti gli effetti quindi il consenso sociale a favore di un divieto sul consumo di carne di cane è ormai fuori dubbio. HSI/Corea è pronta a lavorare con il nuovo Presidente per mettere in atto il suo impegno. I cani allevati per la loro carne devono diventare un ricordo passato il prima possibile.”

Nel dicembre dello scorso anno, il Governo sudcoreano ha istituito una task force interministeriale per prendere in considerazione un divieto sul commercio dei cani da carne, su suggerimento dell’allora Presidente, Moon Jae-in. La task force, composta da quattro ministeri, nonché da stakeholder accademici, dell’industria della carne di cane e portavoce del benessere degli animali, dovrebbe formulare nuove raccomandazioni nell’aprile di quest’anno. Inoltre, il consiglio municipale della città di Seoul è chiamato a votare  su una proposta di legge che chiederà al Sindaco di vietare il consumo di cani da carne in tutta la città.

Alcuni dati:

  • HSI/Corea aiuta gli allevatori a passare a mezzi di sussistenza alternativi, rispettosi degli animali e maggiormente redditizi, come la coltivazione di piante di peperoncino o la distribuzione di cisterne di acqua. La maggior parte degli allevatori con cui HSI/Corea ha lavorato, ha sperimentato una crescente pressione sociale, familiare e finanziaria volta alla cessazione delle attività di allevamento dei cani. Con una maggiore attenzione al benessere degli animali e oltre sei milioni di cani da compagnia che ora vivono nelle case coreane, la domanda di carne di cane è diminuita.
  • Sebbene la maggior parte delle persone in Corea del Sud non mangi carne di cane, la convinzione che la zuppa di carne di cane dia sollievo durante la calura estiva e aumenti le forze è ancora valida per alcuni, in particolare per le generazioni più anziane.
  • In Corea del Sud vengono allevati fino a 1,5 milioni di cani all’anno in migliaia di allevamenti in tutto il paese. Molti di loro vengono venduti ai macellai per la stagione del Bok Nal tra luglio e agosto, per essere poi uccisi per elettrocuzione e venduti come ingrediente per le zuppe.
  • La carne di cane è vietata a Hong Kong, Singapore, in Taiwan, Thailandia, nelle Filippine, nonché nelle città cinesi di Shenzhen e Zhuhai, nella provincia di Siem Reap in Cambogia e in cinque città e reggenze in Indonesia. Si stima che in altre parti dell’Asia vengano ancora uccisi circa 30 milioni di cani all’anno per la loro carne.

Foto del programma di HSI/Corea per la chiusura degli allevamenti di cani da carne (creare account per il download.)

FINE

Contatti: Martina Pluda, Direttrice per l‘Italia: mpluda@hsi.org; 3714120885

Humane Society International e LIFE salvano 66 cani che verranno dati in adozione negli Stati Uniti e in Canada

Humane Society International


Nara Kim di HSI mentre salva cuccioli di Jindo durante la chiusura dell’allevamento di cani da carne sull’Isola di Jindo, ad agosto 2021.

SEOUL—Un allevamento di cani da carne sulla famosa isola di Jindo, in Corea del Sud, ha chiuso definitivamente i battenti dopo aver allevato e macellato cani dell’omonima razza, destinati al consumo umano, per più di 20 anni, nonostante si trattasse della razza canina nazionale del paese. La chiusura è avvenuta grazie all’accordo raggiunto con Humane Society International/Corea e il gruppo coreano per la protezione degli animali LIFE. L’allevatore sessantaseienne, gestore anche di un ristorante locale nel quale i suoi stessi cani erano sul menu, è stato trovato dalle autorità locali in violazione della Legge per la protezione degli animali, dopo le segnalazioni dei residenti della zona, insospettiti dai guaiti di terrore degli animali. Invece di spostare i propri affari altrove, l’allevatore ha firmato un contratto con LIFE con il quale si è impegnato a rinunciare per sempre all’allevamento di cani e a rimuovere la carne di cane dal menu del proprio ristorante.

LIFE e HSI/Corea hanno salvato tutti i 66 cani e cuccioli di Jindo trovati in piccole gabbie metalliche, nell’allevamento. Il loro destino sarebbe stato quello dell’elettrocuzione e della macellazione. Humane Society International/Corea, che ha già chiuso altri 17 allevamenti di cani da carne nel paese, sta facendo pressione politica per porre finalmente fine all’industria della carne di cane in Corea del Sud.

Nara Kim, campaigner di HSI/Corea, ha dichiarato: “Tutti i cani di questo allevamento sono di razza Jindo, che dovrebbe essere la razza nazionale coreana. Invece, questi poveri cani sono stati rinchiusi in luride gabbie metalliche, nutriti con gli avanzi dei ristoranti; sono state negate loro anche le cure più elementari e la minima gentilezza umana. Da orgogliosa coreana sono sempre sconvolta dalla crudeltà degli allevamenti di cani da carne ma è stato particolarmente scioccante vedere la razza canina più rappresentativa del nostro paese sfruttata in questo modo, sull’Isola di Jindo. Ho pianto quando ho visto il macello. Nel luogo della loro elettrocuzione c’era una grande pila di collari di tutti gli animali che sono stati uccisi. Per fortuna, insieme ai nostri colleghi di LIFE, siamo riusciti a far uscire questi cani da quel posto orribile e ad assicurare che lì nessun animale soffrirà più. Le autorità perseguiranno anche le accuse di crudeltà mosse contro l’allevatore. Poiché, attualmente, la Legge per la protezione degli animali offre poca protezione ai cani allevati per la loro carne, è incoraggiante vedere le forze dell’ordine far leva su quelle poche norme a loro disposizione. Ad ogni modo per porre fine definitivamente a questa industria brutale, continueremo a fare pressione per un divieto di allevamento, macellazione e vendita di cani da carne”.

In-Seob Sim, presidente di LIFE, ha affermato: “Provo enorme rabbia. Ci vantiamo di questa razza come il nostro cane nazionale, ma allo stesso tempo i Jindo vengono serviti in tavola. Questo è un esempio della doppiezza degli esseri umani ma anche delle contraddizioni all’interno della società coreana. C’è davvero differenza tra un cane Jindo da compagnia e un cane Jindo definito commestibile come i commercianti di carne di cane vogliono farci pensare? La risposta è no. Sono entrambi gli stessi cani e animali domestici”.

Il 10 di agosto, in Corea del Sud, si è conclusa la stagione estiva di Boknal. Si tratta di un periodo in cui la zuppa di carne di cane o “bosintang” viene consumata più spesso e in cui, in tutto il paese, vengono uccise decine di migliaia di cani allevati per la loro carne. Anche se i sondaggi mostrano che la maggior parte dei coreani (84%) non consuma carne di cane, tra i coreani che la mangiano, il 70% lo fa durante il Boknal, nella convinzione che possa aiutare ad alleviare gli effetti del caldo soffocante dell’estate.

Durante il Boknal di quest’anno, HSI/Corea ha collaborato con diversi chef vegani e con i ristoranti Baek-rin Ahn, Nammi Plant Lab e Jung-won Park (Haru Vegan) per incoraggiare i consumatori a sostituire la zuppa di carne di cane con deliziose ricette a base vegetale. Ogni chef ha reinterpretato il cibo tipico del Boknal, incorporando molti degli ingredienti che si trovano tradizionalmente nel “bosintang”, in maniera fresca e completamente vegetale.

Il salvataggio dei cani da parte di LIFE e HSI/Corea segue l’annuncio del mese scorso, da parte del Ministero della Giustizia coreano che l’articolo 82 del Codice civile verrà modificato per chiarire che “gli animali non sono oggetti”. Humane Society International/Corea accoglie con favore questa proposta ma sottolinea che le condizioni deplorevoli di quest’ultimo allevamento di cani da carne dimostrano quanto sia vitale vietare questa crudele industria. Nara Kim ha detto: “Spero che il riconoscimento legale degli animali quali individui la cui vita è da proteggere, porti finalmente alla chiusura di tutti gli allevamenti di cani da carne”.

Humane Society International/Corea ha salvato più di 2.500 cani, da 17 allevamenti, che oggi vivono con le loro nuove famiglie negli Stati Uniti, in Canada e nel Regno Unito. Ora, i 66 Jindo di quest’ultimo salvataggio verranno trasferiti in un rifugio partner in Corea del Sud dove riceveranno le prime cure veterinarie, le vaccinazioni e i test medici necessari per viaggiare oltreoceano. Quando saranno in grado di volare, e le restrizioni legate al Covid-19 lo permetteranno, HSI porterà i cani in Nord America dove inizierà la ricerca di nuove sistemazioni.

 Alcuni dati:     

  • Si stima che da 1 a 2 milioni di cani vivano in migliaia di allevamenti in tutta la Corea del Sud.
  • Oltre ai Jindo e ai mastini tipicamente allevati per la loro carne, molti allevamenti di cani allevano anche Labrador, Golden retriever, Cocker spaniel, Husky, Beagle e altre razze.
  • Nel 1962, il governo sudcoreano ha designato il Jindo come il 53° monumento naturale del paese, assicurandogli nominalmente protezione secondo la Legge per la protezione del patrimonio culturale.
  • La maggior parte dei sudcoreani non consuma carne di cane, e una porzione crescente della popolazione considera i cani come animali da compagnia. Secondo una stima del Ministero dell’agricoltura, dell’alimentazione e degli affari rurali, nel 2020, 6,38 milioni di famiglie sudcoreane (pari al 28% delle famiglie) hanno avuto animali da compagnia.
  • Le recenti azioni delle autorità per frenare l’industria della carne di cane includono la chiusura, nel novembre 2018, del macello di cani Taepyeong (il più grande del paese) da parte del Consiglio Comunale di Seongnam, seguita nel luglio 2019 dalla chiusura del mercato di Gupo a Busan. A ottobre 2019 il sindaco di Seoul ha dichiarato la città “libera dalla macellazione dei cani”.
  • Le operazioni per la chiusura di questo allevamento sono state condotte nel rispetto delle norme di sicurezza legate al Covid-19. La squadra di HSI è stata in quarantena per 14 giorni, in un hotel autorizzato. Dopo la chiusura di un allevamento, l’organizzazione effettua un test veterinario per escludere la presenza del virus H3N2 (influenza canina) e somministrare i vaccini contro la rabbia, il DHPP, il coronavirus canino, il cimurro e il parvovirus. I cani vengono poi messi in quarantena per almeno 30 giorni prima di ricevere l’idoneità per il trasporto all’estero.

Foto e video del salvataggio (creare account per il download).

FINE

Contatto: Martina Pluda: 3714120885; mpluda@hsi.org

Scampati alla macellazione e all’eutanasia, hanno ora la possibilità di vivere

Humane Society International


Dog on a dog meat farm
Jean Chung

SEOUL—Diversi gruppi di attivisti coreani per la protezione degli animali hanno unito le forze per salvare 50 cani dall’eutanasia, dopo che l’allevamento nella città di Yongin dal quale provenivano era stato chiuso dalle autorità. I cani trovati dai soccorritori erano rinchiusi in gabbie metalliche prive di acqua e cibo adeguato, abbandonati dai quattro allevatori che hanno lasciato la proprietà. Ciò è avvenuto a seguito di un ordine di demolizione da parte dei funzionari locali poiché l’allevamento operava in violazione della legge nazionale sulla protezione degli animali. Humane Society International/Corea, LIFE, KoreanK9Rescue e Yongin Animal Care Association sono intervenuti e hanno lavorato insieme alle autorità locali per salvare i cani e demolire le strutture.

Oltre alle misere condizioni di vita in gabbia, alcuni dei cani erano tenuti accanto alla zona adibita alla macellazione e perciò visibilmente traumatizzati. Tutti i cani – Jindo e mastini, razze spesso promosse come “da carne” dall’industria – e Tiny Tim, il piccolo terrier da compagnia di uno degli allevatori, stanno ora ricevendo tutte le cure veterinarie e le vaccinazioni necessarie per essere trasportati nei rifugi temporanei di Humane Society International negli Stati Uniti e in Canada e successivamente essere dati in adozione.

Nara Kim, campaigner di HSI/Corea, ha dichiarato: “Questi cani avevano bisogno del nostro aiuto perché sarebbero stati soppressi dalle autorità, prive di un piano di salvataggio. Sapevamo di dover agire in fretta ed è stato meraviglioso che HSI, LIFE, KK9K e YACA abbiano lavorato in squadra per liberare i cani. Questi sforzi dimostrano quanto sia forte il desiderio di porre fine all’industria della carne di cane in Corea del Sud. I cani erano in uno stato pietoso, magri e spaventati, tenuti in condizioni terribili. È stato scioccante vedere anche l’area di macellazione, le attrezzature per l’elettrocuzione e i coltelli abbandonati. Sono inorridita al pensiero di quanti cani abbiano perso la vita lì. Fermare l’industria della carne di cane significa porre fine a questa sofferenza.”

Molti dei cani soffrivano di malnutrizione e dolorose malattie della pelle e avevano le zampe infiammate a causa della mancanza di lettiera nelle gabbie. Altri presentavano dolorose ferite non curate alla testa e alle orecchie. Diversi animali, invece, sono stati trovati tremanti sul fondo delle gabbie, estremamente spaventati dalle persone.

In-Seob Sim, presidente di LIFE, ha detto: “Sono passati 30 anni da quando la legge sulla protezione degli animali è entrata in vigore in Corea ma ancora tanti animali non sono protetti adeguatamente. I funzionari del governo dovrebbero attuare delle politiche per vietare la macellazione dei cani a fini alimentari. Dovremmo risparmiare questa miseria alle future generazioni di cani.”

Secondo Hyun Yu Kim, fondatore di KoreanK9Rescue: “È importante che a tutti questi cani venga data la possibilità di una nuova vita. Là fuori ci sono però ancora moltissimi cani allevati per la loro carne che stanno soffrendo. Chiediamo un’azione urgente da parte del governo per introdurre leggi che vietino il commercio di carne di cane e proteggano cani come questi.”

Miyeon Ki, della Yongin Animal Care Association, ha dichiarato: “È stata una missione incredibile. Questi 50 cani sono sfuggiti prima alla brutale macellazione per la loro carne, poi alla morte per eutanasia e ora hanno trovato una possibilità di vivere. Penso che lo sforzo per salvare delle vite in situazioni difficili si concretizzi solo grazie alla speranza delle persone coinvolte.”

Yang-Jin Cho, della Divisione per la Protezione degli Animali, della città di Yongin ha commentato: “I funzionari della città si sentivano davvero male per questi cani e speravano che si potesse concretizzare l’opportunità di dare loro la via d’uscita migliore. Quindi siamo davvero felici che queste associazioni siano state in grado di aiutare e dare ai cani un futuro”.

Ad oggi Humane Society International ha chiuso 17 allevamenti di carne di cane nel paese. Inoltre, l’organizzazione sta portando avanti una campagna legislativa per vietare il commercio di carne di cane in Corea del Sud. Un recente sondaggio commissionato da HSI/Corea e condotto da Nielsen* ha evidenziato un crescente sostegno per un divieto: quasi il 60% si è dimostrato a favore, mentre l’84% dei sudcoreani ha dichiarato di non mangiare carne di cane.

Alcuni dati:

  • Si stima che fino a due milioni di cani vengono allevati ogni anno in Corea del Sud.
  • La maggior parte dei sudcoreani non consuma carne di cane e una porzione sempre maggiore della popolazione i cani sono considerati animali da compagnia.
  • La carne di cane è più popolare durante i Bok Nal, i “giorni del cane” a luglio e agosto, perché ritenuta curativa durante i mesi estivi caldi e umidi.
  • Le recenti azioni delle autorità per frenare l’industria della carne di cane includono la chiusura, nel novembre 2018, del macello di cani Taepyeong (il più grande del paese) da parte del Consiglio Comunale di Seongnam, seguita nel luglio 2019 dalla chiusura del mercato di Gupo a Busan. A ottobre 2019 il sindaco di Seoul ha dichiarato la città “libera dalla macellazione dei cani”.
  • Le operazioni per la chiusura di questo allevamento sono state condotte nel rispetto delle norme di sicurezza legate al Covid-19. La squadra di HSI è stata in quarantena per 14 giorni, in un hotel autorizzato. Dopo la chiusura di un allevamento, l’organizzazione effettua un test veterinario per escludere la presenza del virus H3N2 (influenza canina) e somministrare i vaccini contro la rabbia, il DHPP, il coronavirus canino, il cimurro e il parvovirus. I cani vengono poi messi in quarantena per almeno 30 giorni prima di ricevere l’idoneità per il trasporto all’estero.

Foto e video del salvataggio (creare un account per il download).

Petizione italiana per fermare il commercio di carne di cane in Asia.

*Sondaggio online condotto nel periodo tra agosto e settembre 2020. Totale del campione: 1.000 persone in sei principali città della Corea del Sud (Busan, Daegu, Incheon, Gwangju, Daejeon, Ulsan) ponderate e rappresentative degli adulti sudcoreani di età superiore ai 18 anni.

FINE

Contatto: Martina Pluda: Direttrice per l’Italia – mpluda@hsi.org; 3714120885

Dopo averne chiusi due nel corso dell’anno, Humane Society International contribuisce alla chiusura di un terzo allevamento, definito irregolare. Prosegue la campagna di donazioni per sostenere i salvataggi degli animali nel mondo, permettere cure e maggiori tutele

Humane Society International


Nara Kim/HSI

ROMA-Oltre 100 cani in uno scioccante stato di abbandono sono stati salvati da un allevamento illegale di cani a Gimpo, Corea del Sud. Il gruppo animale locale coreano LIFE, con l’assistenza di Humane Society International/Korea e di funzionari regionali, ha trovato barboncini, Jindos, Yorkshire terrier, Chihuahuahua, Shih Tzus, Pomerani, Spitz, Schnauzer e altri ancora, ingabbiati in condizioni deplorevoli in un allevamento pieno di rifiuti dove erano stati allevati e venduti sia per il commercio di animali domestici che di carne di cane.

Molti dei cani soffrivano di grave malnutrizione e di dolorose malattie della pelle dovute al fatto di vivere nelle proprie feci. Molti sono stati trovati rannicchiati accanto ai corpi senza vita dei loro compagni di gabbia morti di fame, mentre altri sembravano aver fatto ricorso al cannibalismo semplicemente per sopravvivere, le loro ciotole lasciate vuote dall’allevatore che diceva di non guadagnare abbastanza per sfamarli. Altri cani morti sono stati trovati conservati in un congelatore in disuso nella proprietà.

Il gruppo coreano LIFE ha negoziato con l’allevatore per chiudere definitivamente la sua struttura. Il terreno sarà riqualificato dalle autorità, ora che l’allevamento illegale di cani è stato chiuso. Humane Society International/Korea, che ha chiuso 17 allevamenti di carne di cane nel paese, ha fornito assistenza a LIFE il giorno del salvataggio e li sta aiutando anche fornendo rifugio e assistenza veterinaria d’emergenza a 40 dei cani. I restanti animali sono curati da LIFE.

Una volta che i cani in HSI/Corea saranno in grado di viaggiare, saranno trasportati in volo verso il Nord America per essere adottati da alcune famiglie. LIFE è grata alla Seoul Veterinary Medical Association, alla Gyeonggi Veterinary MedicalAssociation, alla Petdoc Korea, alla Harim Pet food e al Centro di addestramento ESAC per il loro generoso sostegno a questo salvataggio.

Nel corso del 2020, Humane Society International ha chiuso altri due allevamenti di cani da carne in Corea del Sud: la partecipazione a questa operazione porta a un totale di oltre 350 cani salvati da un destino di sofferenza. Per sostenere le fasi finali di questa operazione e permetterne altre in futuro HSI ha avviato una nuova campagna di donazioni online, disponibile alla pagina: https://donate.hsi-europe.org/page/72866/donate/1?ea.tracking.id=media

“Quando ho visitato per la prima volta l’allevamento di cani – dichiara Nara Kim, responsabile della campagna di HSI/Corea – è stato troppo scioccante per accettare quello che stavo vedendo. Ho salvato migliaia di cani da molti allevamenti di cani da carne in Corea del Sud, ma questo posto era un vero inferno”. Molti dei cani erano solo pelle e ossa, ed era difficile trovare cani dall’aspetto “normale” perché il loro corpo era così devastato dalla fame e dalle malattie della pelle. Avevo tanta paura che le loro fragili ossa potessero rompersi quando li tiravo fuori dalle gabbie, quindi sono stata davvero lenta e gentile. Quasi nessuno di loro aveva comunque l’energia per lottare. Siamo arrivati giusto in tempo per alcuni, non credo che sarebbero potuti sopravvivere un altro giorno. Sono così felice che LIFE ci abbia chiesto di partecipare a questo salvataggio, è stato un tale sollievo portare questi cani fuori da quell’orribile posto”.

“Questo è un esempio davvero scioccante di un problema comune qui in Corea del Sud – dichiara In-Seob Sim, presidente di LIFE – dove i cani vengono allevati nelle peggiori condizioni per massimizzare i profitti. È tempo che la società sudcoreana imponga controlli sull’allevamento di cani da compagnia. Se non troviamo una soluzione, questo tipo di sofferenza animale continuerà. I coreani che sono sconvolti nel vedere la terribile sofferenza di questi cani, devono rendersi conto che è la richiesta della società di cuccioli e di carne di cane che guida questo tipo di crudeltà. Se riusciamo a cambiare il nostro comportamento, possiamo cambiare il destino di questi cani”.

L’agricoltore aveva occupato abusivamente i terreni del governo per più di 10 anni e ha persino chiesto un risarcimento quando il governo della città di Gimpo ha annunciato che il terreno era stato sequestrato per la riqualificazione. Nella speranza di ottenere un maggiore risarcimento, ha allevato più cani, anche se non poteva permettersi di nutrirli. I funzionari della provincia di Gyeonggi stanno ora indagando su di lui con l’obiettivo di accusarlo di crudeltà sugli animali e di altri illeciti.

Humane Society International, che riprende ed amplia l’esperienza di oltre 60 anni maturata da Humane Society of the United States, lavora in tutto il mondo per promuovere il rapporto uomo-animale, salvare e proteggere cani e gatti, migliorare il benessere degli animali da allevamento, salvaguardare la fauna selvatica, promuovere una ricerca senza animali, intervenire in caso di disastri naturali e combattere la crudeltà nei confronti degli animali in tutte le sue forme. Nel corso del 2020 la campagna europea Basta Animali in Lockdown, per prevenire lo sviluppo di future pandemie, ha ottenuto il supporto di migliaia di persone. Oltre 10mila gli animali salvati dal 2017 ad oggi grazie a numerose operazioni sul campo, ad esempio in occasione dei roghi che hanno coinvolto i koala in Australia tra 2019 e 2020 e a seguito della terribile esplosione che ha colpito Beirut lo scorso agosto. Dall’inizio dell’emergenza Covid HSI ha sostenuto diverse realtà impegnate sul territorio italiano, aiutando oltre 2500 cani e gatti randagi e nei rifugi, oltre a numerosi animali da fattoria e più di 50 famiglie con animali domestici in difficoltà a causa della pandemia. www.hsi.org

Ufficio Stampa PS Comunicazione: Sara Chiarello, Francesca Puliti: 392 9475467; info@pscomunicazione.it

Humane Society International aiuta gli allevatori di cani da carne a cessare l’attività

Humane Society International


Jean Chung for HSI

SEOUL—Un nuovo sondaggio svolto in Corea del Sud evidenzia il crescente sostegno per un divieto al consumo di carne di cane, con l’84% degli intervistati che afferma di non mangiarne e quasi il 60% a favore di misure legislative. Il sondaggio, condotto dalla Nielsen* e commissionato dalla divisione coreana di Humane Society International, viene pubblicato nel giorno in cui HSI è impegnata per salvare 170 cani da un allevamento ad Haemi e trasferirli negli Stati Uniti e in Canada.

Dal sondaggio emergono i seguenti dati:

  • L’84% dei sudcoreani non ha mai consumato carne di cane o afferma di non essere disposto a consumarla in futuro.
  • Il 59% dei sudcoreani è a favore di un divieto sulla carne di cane. Tale numero è in aumento del 24% rispetto al 2017 e con il 41% della popolazione contraria, si registra l’opposizione più bassa di sempre a tale divieto.
  • Il 57% dei sudcoreani ritiene che il consumo di carne di cane dia un’immagine negativa della Corea, dato in aumento rispetto al 37% del 2017.

I 170 cani salvati da HSI sono stati tenuti in gabbie luride fino a quando l’allevatore Il-Hwan Kim si è rivolto ad HSI con la volontà di smettere di allevare cani da carne, dopo 40 anni di attività in questo settore. Si tratta del diciassettesimo allevamento di cani che l’organizzazione internazionale per la protezione degli animali chiude definitivamente. Quella dell’allevatore Kim è una storia sempre più comune, poiché in Corea del Sud l’opposizione a questo commercio è in forte aumento e per gli allevatori non è più così semplice guadagnarsi da vivere. Altri 26 cani sono diretti verso gli Stati Uniti per iniziare una nuova vita; erano stati tratti in salvo da HSI durante un’operazione precedente ma non hanno potuto lasciare il paese a causa delle restrizioni di viaggio, in atto durante l’emergenza sanitaria. Gli animali che stanno per lasciare la Corea del Sud sono 196, tra cui barboncini, jindo coreani e mastini, pomerania, terrier e labrador retriever.

A causa delle misure di sicurezza legate al Covid-19, la squadra di HSI è stata messa in quarantena obbligatoria, in un hotel autorizzato dal governo di Seoul, prima di poter avviare le operazioni di salvataggio. Poiché l’adozione di cani non è ancora diffusa in Corea del Sud, i cani verranno accolti da alcuni rifugi partner di HSI negli Stati Uniti e in Canada. Qui inizierà il lavoro di recupero e reinserimento in famiglia. HSI spera che le attività di sensibilizzazione e le adozioni a lieto fine all’estero, possano gradualmente convincere sempre più sudcoreani ad adottare, permettendo ai cani di rimanere nel paese.

Nara Kim, campaigner di HSI/Corea, ha dichiarato: “Ogni allevamento di cani che ho visitato puzza di feci e cibo avariato ma c’è qualcosa di diverso in questo posto, odora di morte. Le condizioni sono davvero pietose e i cani hanno un’espressione di totale disperazione. Non me la scorderò mai. Molti di loro sono ricoperti di piaghe e ferite dovute alla mancanza di cure, alcuni hanno gli occhi infiammati e vedono a malapena oltre le sbarre della propria gabbia. Penso sia meglio che non riescano a vedere il posto orribile in cui vivono; quando finalmente riceveranno le cure veterinarie e potranno aprire gli occhi, non dovranno mai più sopportare questo strazio”.

Come dimostra il sondaggio Nielsen/HSI, la maggior parte dei sudcoreani non consuma carne di cane e sempre più persone vede i cani come animali da compagnia. Infatti, negli ultimi due decenni, il loro ruolo nella società coreana è molto cambiato e i proprietari di animali domestici sono aumentati. Sono circa 5,9 milioni le famiglie (il 31%) che vivono con un compagno a quattro zampe. L’aumento, in particolare tra i giovani coreani, ha allo stesso tempo favorito un maggiore interesse per il benessere degli animali e una minore accettazione per il consumo di carne di cane.

Negli ultimi tempi, la sofferenza dei cani e le condizioni antigeniche negli allevamenti hanno ricevuto maggiore visibilità sui media sudcoreani, contribuendo ad aumentare i pareri favorevoli ad un divieto sulla carne di cane. I reportage televisivi sugli sforzi delle associazioni locali sudcoreane e sulle attività di Humane Society International sono stati fondamentali per puntare i riflettori su questa industria crudele che ancora coinvolge circa due milioni di cani.

Nara Kim dice: “Sempre più persone in Corea del Sud sono interessati alla protezione degli animali e dell’ambiente. Quando vedono al telegiornale i filmati delle nostre operazioni che mostrano la sofferenza degli animali, o leggono notizie a riguardo, sono davvero scioccati e sconvolti. L’inevitabile calo delle vendite sta portando sempre più allevatori di cani a cercare una via d’uscita e in questo momento HSI offre l’unico programma per aiutarli ad iniziare una nuova vita. Speriamo che il Governo coreano adotti presto questo tipo di approccio per eliminare definitivamente l’industria della carne di cane “.

L’allevatore Il-Hwan Kim ha dichiarato che negli ultimi dieci anni, il business gli è andato molto male. Afferma: “Non c’è futuro in questo settore che sta già morendo e presto cadrà completamente a pezzi. Allevare cani è stancante e sto invecchiando, voglio smettere. Quarant’anni fa era diverso ma ora è finita. Potrei iniziare a lavorare nell’edilizia perché è ciò di cui mi occupavo prima e lì ci sono più opportunità per me.”

Alcuni dati:     

  • La carne di cane è più popolare durante i Bok Nal, i “giorni del cane” a luglio e agosto, perché ritenuta curativa durante i mesi estivi caldi e umidi.
  • A novembre 2018, HSI/Corea ha aiutato il Consiglio Comunale di Seongnam a chiudere il macello di Taepyeong (il più grande macello di cani del paese), seguito a luglio 2019 dalla chiusura del mercato di Gupo a Busan (il secondo mercato per la carne di cane in Corea del Sud dopo quello di Moran, chiuso anch’esso). A ottobre 2019 il sindaco di Seoul ha dichiarato la città “libera dalla macellazione dei cani”.
  • HSI ha salvato oltre 2.000 cani da 17 allevamenti in Corea del Sud. Gli allevatori firmano un contratto ventennale, rinunciando ad allevare cani o altri animali in futuro e impegnandosi a distruggere le gabbie. HSI controlla regolarmente per garantire il rispetto degli accordi presi con gli ex-allevatori.
  • Le operazioni per la chiusura di questo allevamento sono state condotte nel rispetto delle norme di sicurezza legate al Covid-19. La squadra di HSI è stata in quarantena per 14 giorni, in un hotel autorizzato. Dopo la chiusura di un allevamento, l’organizzazione effettua un test veterinario per escludere la presenza del virus H3N2 (influenza canina) e somministrare i vaccini contro la rabbia, il DHPP, il coronavirus canino, il cimurro e il parvovirus. I cani vengono poi messi in quarantena per almeno 30 giorni prima di ricevere l’idoneità per il trasporto all’estero.

Foto e video del salvataggio (creare un account per il download)

Link alla petizione italiana per fermare il commercio di carne di cane in Asia

FINE

Contatto: Martina Pluda: Direttrice per l’Italia: 3714120885; mpluda@hsi.org

*Sondaggio online condotto nel periodo da agosto a settembre 2020. Totale del campione: 1.000 persone in sei principali città della Corea del Sud (Busan, Daegu, Incheon, Gwangju, Daejeon, Ulsan) ponderate e rappresentative degli adulti sudcoreani di età superiore ai 18 anni.

"Non c'è futuro in questo settore", afferma l’allevatore Nekseon Kim

Humane Society International


Jean Chung/for HSI Dogs are shown locked in a cage at a dog meat farm in Hongseong, South Korea, on Saturday, February 8, 2020.

ROMA/SEOUL–Più di 70 cani sofferenti, trovati da Humane Society International in un allevamento di carne di cane della Corea del Sud, hanno avuto una seconda chance grazie alla decisione dell’allevatore di abbandonare l’attività. Dopo aver allevato cani per quasi 40 anni, Nakseon Kim ha colto al volo l’occasione di cambiare vita, a seguito della proposta di Humane Society International per aiutarlo a iniziare un nuovo business coltivando cavoli e altri ortaggi.

Tra la crescente opposizione sudcoreana al consumo di cani e una serie di nuovi regolamenti e sentenze giudiziarie che frenano il settore, sempre più allevatori come il signor Kim sono in cerca di una via d’uscita. Ad una condizione: salvare i propri cani. Dopo aver mandato gli animali al macello per anni, Kim non è il primo allevatore ad apprendere con sollievo che Humane Society International salva, rieduca e cerca una nuova casa per ogni cane.

“Sembrerà strano, ma ho iniziato ad allevare i cani proprio perché mi piacciono questi animali”, ha dichiarato Kim. “Non sono mai stato un grande amante della loro carne. Avevo alcuni cani e così ho iniziato ad allevarli. Quando ne avevo 20 o 30 ho iniziato a venderli perché pensavo che avrei potuto guadagnare, ma non è andata così. Non guadagno nulla e con la crescente pressione del governo non è affatto un buon affare.”

Sulla sua proprietà a Hongseong, il signor Kim alleva cani di razza tosa, jindo coreani, barboncini, beagle, husky, golden retriever, pomerania, chihuahua e Boston terrier per due commerci crudeli: quello della carne e quello dei cuccioli. In numerose file di gabbie fatiscenti e sporche, circondati da escrementi e spazzatura, alcuni cani sono destinati al macello mentre altri alla vendita come animali da compagnia. L’industria coreana della carne di cane sta tentando di differenziare tra cani da compagnia e cani da carne, ma la realtà è che per questi animali il destino dipende solamente da dove si possono trarre i maggiori profitti.

Nara Kim, campaigner di Humane Society International Corea, ha dichiarato: “Sfortunatamente, è ancora molto comune vedere cuccioli in vendita nelle vetrine dei negozi di animali della Corea del Sud. Ma ciò che la maggior parte dei coreani non sa è che questi stessi cuccioli avrebbero potuto essere macellati. Che vivano o muoiano, nascono tutti in luoghi miserabili come questo, dove le femmine vengono ingravidate di continuo, fino all’esaurimento, per poi essere vendute ai macelli. Sono felice che questo orrore sia finito per questi 70 cani, ma fino a quando il governo non si impegnerà ad eliminare questa terribile industria, l’incubo continuerà per milioni di altri animali. Come coreani dobbiamo essere la loro voce e batterci per porre fine all’allevamento ed al consumo di cani.”

Si tratta della sedicesima chiusura di un allevamento che Humane Society International è riuscita ad ottenere, dopo aver lanciato nel 2015 un programma per sostenere gli allevatori nella transizione. Ora i cani verranno trasferiti in diversi rifugi partner in Canada e negli Stati Uniti, con l’obbiettivo di trovar loro nuove case adottive. Prima che ciò avvenga, verranno però portati in una struttura d’accoglienza temporanea in Corea del Sud, in attesa che le restrizioni di viaggio a causa del Covid-19 si allentino. Una volta usciti sani e salvi dall’allevamento, i cani riceveranno immediatamente un controllo veterinario completo e avrà inizio il lavoro di riabilitazione.

Humane Society International spera che il modello proposto accelererà la fine di questa controversa e crudele industria, dimostrando al Governo coreano che con un aiuto concreto agli allevatori coinvolti, la transizione può funzionare.

Nakseon Kim ha dichiarato: “Ne ho avuto abbastanza, soprattutto ora che devo comprare il cibo per i cani dopo che la scuola locale ha deciso di non donarmi più gli avanzi. Non credo siano molte le persone in Corea del Sud, ancora disposte a gestire un allevamento di cani da carne. Non c’è futuro in questo settore. Non appena avrò chiuso il mio allevamento, con l’aiuto di Humane Society International, inizierò a coltivare verdure da vendere ai ristoranti. Quello è un business sostenibile.”

Il consumo di carne di cane è in costante calo in Corea del Sud ed è già vietato o severamente limitato a Hong Kong, a Singapore, a Taiwan, in Tailandia e nelle Filippine. Nel 2018, la capitale indonesiana e quella vietnamita hanno messo fine al commercio di carne di cane. Più recentemente, nell’aprile 2020, le città cinesi di Shenzhen e Zhuhai hanno vietato il consumo di carne di cane e di gatto, a seguito della dichiarazione del Governo cinese in merito allo status di cani e gatti come animali da compagnia. Mentre la pressione globale per chiudere permanentemente i “wet market” asiatici aumenta alla luce del Covid-19, i rischi per la salute umana dal consumo di carne di cane in Corea del Sud e in tutta l’Asia, stanno rafforzando le richieste di intervento nel continente.

Alcuni dati:     

  • Fino a due milioni di cani vengono allevati ogni anno in Corea del Sud.
  • Il consumo di carne di cane sta diminuendo in Corea del Sud, in particolare tra le fasce giovani della popolazione. Secondo un sondaggio Gallup del giugno 2018, il 70% dei sudcoreani afferma che non mangerà carne di cane in futuro. Tuttavia, la carne di cane rimane popolare durante l’estate, considerata curativa durante i mesi caldi e umidi.
  • A novembre 2018, Humane Society International Corea ha aiutato il Consiglio Comunale di Seongnam a chiudere il macello di Taepyeong (il più grande macello di cani del paese), seguito a luglio 2019 dalla chiusura del mercato di Gupo a Busan (il secondo mercato per la carne di cane in Corea del Sud dopo quello di Moran, chiuso anch’esso). Nell’ottobre scorso il sindaco di Seoul ha dichiarato la città “libera dalla macellazione dei cani”.
  • Humane Society International ha salvato oltre 2.000 cani in Corea del Sud. Dopo la chiusura di un allevamento, l’organizzazione effettua un test veterinario per escludere la presenza del virus H3N2 (influenza canina) e somministrare i vaccini contro la rabbia, il DHPP, il coronavirus canino, il cimurro e il parvovirus. I cani vengono poi messi in quarantena per almeno 30 giorni prima del trasporto all’estero.

Foto e video del salvataggio (creare un account per il download).

Link alla petizione italiana per fermare il commercio di carne di cane in Asia.

FINE

Contatto: Martina Pluda, Direttrice HSI/Italia, mpluda@hsi.org

Humane Society International e i suoi partner costituiscono una delle più grandi organizzazioni al mondo per la protezione degli animali. Da più di 25 anni, HSI lavora per la protezione di tutti gli animali attraverso la realizzazione di studi scientifici, campagne di sensibilizzazione, programmi di educazione, e progetti sul campo. Valorizziamo gli animali e combattiamo la crudeltà su di essi in tutto il mondo – www.hsi.org.

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