Prima approvazione alla Camera della proposta di legge AC 30 che prevede pene più severe per i reati a danno degli animali

Humane Society International/Europe e Fondazione Cave Canem ETS accolgono in maniera particolarmente positiva le norme riguardanti il fenomeno criminoso dei combattimenti tra cani

Humane Society International / Europa


Meredith Lee/The HSUS

ROMA—Humane Society International/Europe e Fondazione Cave Canem ETS accolgono favorevolmente la prima approvazione, da parte della Camera dei Deputati, della proposta di legge (pdl) AC 30. La proposta, approvata il 20 novembre 2024, ha come prima firmataria e relatrice l’On. Michela Vittoria Brambilla, Presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, e ha l’obiettivo di introdurre “modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per l’integrazione e l’armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali”.

Una delle novità più rilevanti della pdl – che, per divenire legge, dovrà essere approvata anche dal Senato della Repubblica – consiste nella modifica del titolo IX bis del codice penale: l’attuale versione “Dei delitti contro il sentimento dell’uomo per gli animali” si trasformerà nella nuova formula “Dei delitti contro gli animali”. Tale modifica, in linea con l’inserimento della tutela degli animali come esseri senzienti nella Costituzione italiana, identifica gli stessi come le parti lese in caso di reato.

HSI/Europe e Fondazione Cave Canem, organizzazioni ideatrici del progetto IO NON COMBATTO, volto a prevenire e contrastare i combattimenti tra cani, accolgono in maniera particolarmente positiva le nuove norme riguardanti tale fenomeno criminoso. È previsto, in particolare, un aumento delle pene per la violazione del divieto di combattimenti o di competizioni non autorizzate tra animali (art. 544 quinquies del codice penale): la pena detentiva aumenta da un minimo di un anno a un minimo di due anni e da un massimo di tre a un massimo di quattro anni. Sarà punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 5mila a 30mila euro anche chi partecipa a qualsiasi titolo a tali attività criminali.

Inoltre, le misure di prevenzione previste dal codice antimafia potranno essere applicate anche ai soggetti che si dedicano abitualmente all’organizzazione di combattimenti tra animali e spettacoli o manifestazioni che comportino sevizie o strazio per gli animali (a esclusione di quelli regolamentati da leggi speciali come l’attività circense, i giardini zoologici e le manifestazioni storiche e culturali). Infine, gli animali sequestrati, anche per quanto riguarda quelli a vario titolo coinvolti nei combattimenti, potranno essere affidati definitivamente a enti o cittadini capaci di garantirne il benessere prima della conclusione dei procedimenti penali.

“Questo risultato va a consolidare il lavoro che stiamo portando avanti da ormai quattro anni in collaborazione con le Forze di polizia, la Magistratura e i rappresentanti del mondo accademico – dichiarano Alessandro Fazzi, Consulente rapporti istituzionali di HSI/Europe e Federica Faiella, Presidente della Fondazione Cave Canem – e costituisce anche un forte segnale della percezione che si ha del combattimento tra animali, quale parte di un circuito criminale dal forte connotato di pericolosità sociale, causa di sofferenze psicofisiche per gli animali coinvolti, nonché fonte di devianza minorile. Confidiamo che, nel corso dell’iter di approvazione della Legge di bilancio 2025, vengano approvati anche gli emendamenti ispirati alla nostra campagna relativi alla formazione delle Forze di polizia e alla riabilitazione degli animali coinvolti, due passi fondamentali per una vera implementazione delle norme”.

Anche l’On. Michela Vittoria Brambilla sottolinea che: “La formazione specialistica dei Carabinieri forestali e la riabilitazione psicofisica degli animali sequestrati o confiscati sono due pilastri della politica di contrasto all’odioso reato di organizzazione di combattimenti tra animali, in particolare tra cani. Il terzo è l’aumento delle pene, con estensione della punibilità ai semplici spettatori, previsto dal testo della pdl AC 30, di cui sono prima firmataria e relatrice. Mi auguro che sia tenuta nella dovuta considerazione l’esigenza di fermare un’attività non solo pericolosissima e letale per gli animali, vittime innocenti, ma indissolubilmente legata agli stessi gruppi criminali che si arricchiscono con il traffico di droga e il gioco illegale. Quelli che ci proponiamo di finanziare con l’emendamento sono investimenti indispensabili per salvare gli animali e metter fine a queste barbare competizioni, indegne di un Paese civile”.

L’AC 30 prevede, tra l’altro, un inasprimento delle pene per l’uccisione di animali “per crudeltà o senza necessità” (articolo 544 bis del codice penale). In particolare, la pena passa da un minimo di quattro mesi di reclusione a un minimo di sei mesi, e da un massimo di due anni di reclusione a un massimo di tre anni – che possono diventare quattro “se il fatto è commesso adoperando sevizie o prolungando volutamente le sofferenze dell’animale”. Viene inoltre introdotta una sanzione pecuniaria compresa fra 5mila e 60mila euro.

Inoltre, prevede l’inasprimento delle pene per il maltrattamento di animali e il traffico di cuccioli, mentre aumenta il valore delle sanzioni pecuniarie per l’organizzazione di spettacoli e manifestazioni vietati e per l’abbandono e detenzione degli animali in condizioni incompatibili. La condotta di tenere i cani alla catena, spesso connessa ai combattimenti e finora vietata solo da alcune leggi regionali, diventa illecito a livello nazionale, tranne nel caso in cui sia imposta “da documentate ragioni sanitarie, o da temporanee esigenze di sicurezza”.

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