YULIN, Cina—È iniziato ieri nella città di Yulin, nel sud della Cina, il cosiddetto “Festival del litchi e della carne di cane”. Nonostante questo evento dia il via ad un maggiore consumo di carne di cane nelle prossime settimane, alla sua viglia la polizia della città di Shaanxi, insieme agli attivisti che si battono per porvi fine, ha intercettato un camion di cani diretto al macello di Yulin, confiscando tutti i 386 cani a bordo. Il camion targato Yulin è stato avvistato sull’autostrada a circa 800 chilometri dalla città, carico di gabbie contenenti cani. Le immagini raccolte dagli attivisti e rilasciate dall’organizzazione internazionale per la protezione degli animali Humane Society International (HSI), mostrano l’intervento della polizia e scene angoscianti dei cani stipati in piccole gabbie metalliche nel caldo soffocante. Elogiando la polizia di Shaanxi per la pronta risposta, gli attivisti hanno sottolineato la necessità di un “approccio a tolleranza zero” da parte di tutte le Forze dell’ordine per porre fine al brutale commercio di carne di cane in Cina.
Tra il materiale rilasciato anche un filmato girato il 18 giugno in un mercato di carne di cane nel centro di Yulin, dove si vedono bancarelle con carcasse di cani e gatti.
L’attivista Lin Xiong, presente sul posto, ha raccontato a Humane Society International: “È stato orribile vedere così tanti cani in uno stato così spaventoso, era come un camion dall’inferno per questi poveri animali. Probabilmente si trovavano sul camion da giorni, disidratati e affamati, molti di loro visibilmente feriti e malati. Potevamo vedere i loro volti pietrificati dietro le sbarre delle gabbie e sapevamo che erano diretti ai macelli di Yulin dove sarebbero stati uccisi a bastonate. L’intervento della polizia dello Shaanxi per fermare il camion e requisire i cani nel momento in cui l’autista non è stato in grado di dimostrare di averli acquistati e trasportati legalmente, è stata impressionante. È stato un momento di grande tensione per noi ma, grazie alle autorità, questi cani sono ora al sicuro, sotto custodia della polizia, mangiano, bevono e si riposano. Se tutte le Forze dell’ordine in Cina seguissero un approccio a tolleranza zero nei confronti di questi ladri e trafficanti di cani, sarebbe la fine del commercio di cani qui. Il massacro legato al consumo della carne di cane getta vergogna sul nostro Paese e quindi continueremo a lottare finché non vedremo la fine di questa sofferenza”.
I cani sono di diverse razze e al momento del salvataggio alcuni indossavano ancora il collare tipico degli animali da compagnia. Molti versavano in cattive condizioni fisiche con infezioni agli occhi e problemi cutanei. Sono stati trasferiti in una struttura di polizia, predisposta per la quarantena dove riceveranno le cure veterinarie necessarie. Trascorsi 21 giorni, se i trafficanti si rifiuteranno di pagare l’esosa multa (cosa che raramente fanno perché la cifra supera il profitto che otterrebbero dalla vendita dei cani), gli animali saranno affidati agli attivisti. Un rifugio sostenuto da Humane Society International e gestito dal suo partner Vshine si è reso disponibile a prendersene cura.
Il Dottor Peter Li, specialista in politica cinese di Humane Society International, sostenitore dei salvataggi di cani dal commercio di carne in Cina, ha dichiarato: “Sebbene la maggior parte delle persone in Cina non mangi cani, nel sud del Paese esistono ancora luoghi come Yulin in cui si consumano, infliggendo loro terribili sofferenze. Sono molto orgoglioso degli attivisti cinesi che salvano questi animali e della polizia, la cui risposta è stata fondamentale. Senza di loro questi cani avrebbero incontrato la morte in un macello di Yulin. La testimonianza video mostra gli sforzi compiuti in Cina per fermare questo commercio e la passione delle persone che si oppongono a questa crudeltà. Oltre a essere un incubo per gli animali, questa manifestazione, alimentata per la gran parte da ladri di cani, è in chiaro contrasto con le misure adottate nel Paese per prevenire la diffusione del COVID-19. Speriamo vivamente che trascorsi i 21 giorni di quarantena questi cani vengano consegnati agli attivisti in modo che possano essere accolti nel rifugio sostenuto da Humane Society International. Sono loro i pochi fortunati”.
Lanciato nel 2010 dai commercianti di carne di cane per contrastare il calo delle vendite, l’evento di Yulin inizia il 21 giugno e attira migliaia di visitatori da tutta la provincia meridionale, che si riuniscono per mangiare stufato di cane e carne di cane croccante nei ristoranti e nelle bancarelle della città. In considerazione delle misure anti COVID-19 vigenti in Cina, gli animalisti cinesi hanno esortato le autorità locali a vietare il raduno annuale di giugno per tutelare gli animali e la salute pubblica.
Dati sul commercio di carne di cane in Cina
- I sondaggi mostrano che il 75% degli abitanti di Yulin non mangia regolarmente carne di cane, nonostante gli sforzi dei commercianti di carne di cane per promuoverla. Con una crescente sensibilità per il benessere animali, a livello nazionale la Cina si oppone in modo significativo al commercio di carne di cane.
- Nel 2020 il Ministero per l’agricoltura e gli affari rurali cinese ha dichiarato ufficialmente che i cani sono da considerarsi animali da compagnia e non “bestiame” destinato al consumo. Nello stesso anno, due grandi città della Cina – Shenzhen e Zhuhai – hanno vietato il consumo di carne di cane e gatto, una decisione sostenuta secondo i sondaggi da quasi il 75% dei cittadini cinesi.
- L’estate vede anche un aumento del consumo di carne di cane in Corea del Sud, dove la zuppa di cane o “bosintang” viene spesso consumata dai cittadini più anziani per sconfiggere il caldo. I sondaggi d’opinione mostrano che la maggioranza dei coreani (l’84%) non consuma carne di cane o non intende farlo in futuro, e una task force del governo sta attualmente discutendo un divieto con il presidente Yoon Suk-yeol e la first lady Kim Keon-hee, favorevoli a porre fine a questa pratica.
- La carne di cane è vietata a Hong Kong, Singapore, in Taiwan, Thailandia, nelle Filippine, nonché nelle città cinesi di Shenzhen e Zhuhai, nella provincia di Siem Reap in Cambogia e in 17 città e reggenze dell’Indonesia. In tutta l’Asia, 30 milioni di cani vengono ancora uccisi per la loro carne.
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Contatto: Martina Pluda, direttrice per l’Italia: mpluda@hsi.org; 3714120885