Centinaia di migliaia di animali sono stati decapitati al Festival di Gadhimai, in Nepal, mentre le organizzazioni animaliste e la polizia di frontiera hanno salvato oltre 750 bufali, capre, piccioni e galline

Attenzione: ci sono descrizioni esplicite di animali uccisi e un link a immagini forti

Humane Society International / Europa


HSI

BIHAR, India—Le organizzazioni per la protezione degli animali Humane Society International/India, People for Animals, Sneha’s Care e Federation of Animal Welfare of Nepal hanno condannato il sacrificio di massa di animali durante il Festival di Gadhimai in Nepal, definendolo “uno spaventoso bagno di sangue”, e hanno esortato il Governo nepalese ad adottare misure per fare in modo che questo sia l’ultimo Festival di Gadhimai in cui vengono uccisi degli animali. HSI/India, PFA e la polizia di frontiera sono riuscite a confiscare e salvare oltre 750 animali destinati a essere sacrificati, dopo essere stati trasportati illegalmente dall’India verso il Nepal.

Il Festival di Gadhimai, che si tiene ogni cinque anni nel villaggio di Bariyarpur, nel distretto nepalese di Bara, comporta l’uccisione di centinaia di migliaia di animali. Il massacro è iniziato nelle prime ore del mattino dell’8 dicembre, quando, secondo le registrazioni all’ingresso, 4.200 bufali sono stati decapitati nell’arena e migliaia di capre, piccioni e altri animali sono stati uccisi all’esterno. Si è concluso il 9 dicembre con l’uccisione di migliaia di altre capre, come parte di un antico rituale volto a placare la dea Gadhimai.

Humane Society International/India e People for Animals avevano inviato le loro squadre ai posti di blocco al confine tra India e Nepal oltre una settimana prima del sacrificio, per assistere la polizia di frontiera nell’intercettare e confiscare gli animali trasportati illegalmente per essere sacrificati. Grazie ai loro sforzi combinati, è stato possibile salvare più di 750 animali: 74 bufali, 347 capre, 328 piccioni e due galline. Le capre più giovani e bisognose di cure immediate o specialistiche riceveranno assistenza permanente presso il santuario “Happy Home” gestito dall’organizzazione PFA Uttarakhand, partner di HSI/India. Sono in corso le procedure per trovare una casa ai bufali e alle galline, mentre i piccioni sono stati rilasciati in sicurezza nel loro habitat naturale. Nonostante ciò, le stime basate sulle testimonianze oculari indicano che, durante i due giorni di Festival, siano stati uccisi tra i 250mila e i 500mila animali.

Arkaprava Bhar, Responsabile dello Sviluppo delle Campagne di Humane Society International/India, che ha coordinato le attività di salvataggio degli animali al confine, ha dichiarato: “Abbiamo salvato bufali dal retro dei furgoni, capre avvolte nelle sciarpe sui sedili posteriori delle motociclette, polli appesi a testa in giù sulle fiancate dei veicoli, piccioni trasportati all’interno di ceste o scatole. Le sofferenze che questi animali si trovano a subire sono così sconvolgenti e inutili. Sono costretti ad affrontare viaggi estenuanti, a fare spesso i conti con la mancanza di cibo, acqua e riposo, solamente per finire nella confusione di Gadhimai e dover assistere all’uccisione di altri animali tutto intorno a loro”.

“Non avevo mai visto nulla di così scioccante e inquietante come quello a cui ho assistito al sacrificio di Gadhimai. La portata delle uccisioni è inimmaginabile: ci sono animali che vengono decapitati dappertutto, e macchie di sangue rosso vivo sul terreno ovunque cammini. Animali come i bufali e le capre sono creature sensibili e senzienti, estremamente consapevoli di quello che succede intorno a loro. Dev’essere un orribile calvario. Questo spaventoso bagno di sangue deve finire”.

“È in qualche modo confortante sapere che, insieme alla polizia di frontiera, siamo riusciti a salvare centinaia di animali preziosi da una simile crudeltà. Ora, potranno vivere serenamente, grazie alle cure che riceveranno presso i rifugi con cui collaboriamo. Ogni bufalo, capra e piccione che abbiamo salvato è prezioso, ma esortiamo il Governo nepalese ad agire in modo decisivo per fare in modo che in futuro il Festival di Gadhimai avvenga senza spargimento di sangue”.

Prima del lavoro al confine, HSI/India e PFA hanno tenuto una conferenza stampa con il maestro spirituale e autore Acharya Prashant, che ha incoraggiato i fedeli a celebrare il Festival con compassione e a onorare le tradizioni senza danneggiare gli animali. Prashant ha dichiarato: “La devozione dovrebbe ispirare compassione, non crudeltà. Sgozzare animali in nome del divino sminuisce lo spirito del culto. Impegniamoci a onorare la dea preservando la sacralità di ogni forma di vita durante il Gadhimai”.

Le squadre di HSI/India hanno anche condotto campagne di sensibilizzazione porta a porta e distribuito circa 3.500 volantini in lingua locale in dodici villaggi vicino al confine indo-nepalese, esortando i fedeli a non sacrificare i loro animali.

Sneha Shrestha, fondatrice di Sneha’s Care e presidente della Federation of Animal Welfare of Nepal, ha dichiarato: “L’Amministrazione locale ha intimidito giornalisti, ONG e chiunque chieda la fine del sacrificio, violando il diritto alla libera comunicazione. Il Governo locale, insieme a quello centrale, non ha nemmeno supportato questa campagna come aveva promesso. Quest’anno, il comitato organizzativo del Festival ha aumentato l’altezza del muro che circonda l’area dove avvengono i sacrifici e ha schierato le Forze di polizia lungo il perimetro. Il Governo del Nepal ha avuto cinque anni per adeguarsi alla sentenza della Corte Suprema che vieta i sacrifici, ma non ha intrapreso alcuna azione e, al contrario, ha promosso le uccisioni”.

HSI/India e PFA lavorano dal 2014 per fermare il sacrificio di animali al Festival di Gadhimai. Si stima che siano stati uccisi oltre 500mila animali nel 2009 e circa 250mila animali nel 2014 e 2019. Prima del sacrificio del 2024, il Tempio di Gadhimai ha esortato i fedeli a portare nuovamente il numero di sacrifici animali a 500mila.

Nel 2014, la Corte Suprema dell’India ha compiuto un passo significativo per limitare questa pratica, ordinando al Governo indiano di prevenire il trasporto illegale di animali oltre il confine verso il Nepal per essere sacrificati al Gadhimai. La Corte ha anche invitato le organizzazioni per la protezione degli animali, tra cui HSI/India, PFA e altre, a formulare un piano d’azione per garantire l’applicazione delle sue ordinanze, che HSI/India ha implementato da allora. Successivamente, nel settembre 2019, la Corte Suprema del Nepal ha ordinato di porre fine ai sacrifici di animali vivi al Festival di Gadhimai e ha esortato le autorità a redigere un piano per l’abbandono progressivo di questa pratica su scala nazionale, ma la disposizione è stata ampiamente ignorata.

NOTE

  • Il Festival di Gadhimai prevede una celebrazione che dura un mese, o “mela”, che culmina nel sacrificio di centinaia di migliaia di animali.
  • Bufali d’acqua, capre, polli, maiali, anatre e ratti vengono decapitati con spade di metallo smussate in una frenesia di uccisioni alimentata dall’alcol.
  • La maggior parte di questi animali viene trasportata illegalmente dall’India al Nepal a causa dei confini scarsamente controllati.
  • Le norme vengono apertamente violate, poiché la maggior parte degli animali viene trasportata illegalmente oltre il confine senza una licenza di esportazione.
  • I sacrifici di massa comportano gravi rischi per la salute pubblica, esacerbati dalle condizioni insalubri del sito del Festival. Senza servizi igienici per milioni di pellegrini, l’aria è impregnata dal fetore di feci, sangue e morte.
  • Le origini del Festival risalgono a circa 265 anni fa, quando il fondatore del Tempio di Gadhimai, Bhagwan Chowdhary, fece un sogno in cui la dea Gadhimai gli chiese del sangue in cambio di liberarlo dalla prigione, proteggerlo dal male e assicurargli prosperità e potere. La dea chiese un sacrificio umano, ma Chowdhary offrì con successo un animale; da allora, tutto questo si ripete ogni cinque anni.

A questo link è possibile visionare le foto del sacrificio del 2024. ATTENZIONE: IMMAGINI FORTI.

Qui è possibile visionare foto e video del nostro lavoro al confine. Si prega di inviare una mail a escuri@hsi.org per il download.

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Contatti stampa: Elisabetta Scuri: +39 3445283910; escuri@hsi.org

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