ROMA—È stato pubblicato ieri l’elenco di emendamenti approvati dalla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, al disegno di Legge di Bilancio 2023. Tra questi non risulta purtroppo presente l’emendamento 114.03 che avrebbe introdotto “Disposizioni in materia di spese di custodia di animali impiegati nei combattimenti e affetti da problematiche comportamentali”, presentato a prima firma dell’On. Michela Vittoria Brambilla (Gruppo misto) e ispirato dal progetto IO NON COMBATTO, lanciato da Humane Society International/Europe e Fondazione CAVE CANEM per la repressione e la prevenzione del fenomeno criminoso dei combattimenti tra animali. Le due organizzazioni promotrici del progetto si dicono deluse di questa decisione, che priva le Forze di Polizia delle risorse per la formazione, necessaria a reprimere tali attività criminali presenti in Italia, e gli animali coinvolti nelle stesse della possibilità di intraprendere percorsi di recupero comportamentale e ricevere le attenzioni specialistiche per essere pienamente recuperati, nel rispetto del loro diritto all’adozione.
L’emendamento prevedeva lo stanziamento di €150.000 per la formazione tecnica e pratica specialistica del Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dell’Arma dei carabinieri, e di €350.000 per coprire i costi di custodia e di recupero comportamentale derivanti dal sequestro e dalla confisca di animali impiegati in tali attività criminali, nonché di animali affetti da problematiche comportamentali.
Martina Pluda, Direttrice per l’Italia di HSI/Europe e Federica Faiella, Vicepresidente di FCC commentano: “Siamo allibite che il Governo non abbia ritenuto opportuno affrontare questa questione di legalità, investendo le giuste risorse pubbliche tramite un intervento legislativo deciso, ma demandando ancora una volta alla società civile di colmare le lacune del sistema. Il progetto IO NON COMBATTO, nato sul finire del 2021, si è da subito posto l’obiettivo di offrire strumenti concreti contro il fenomeno criminoso dei combattimenti tra animali, attraverso attività di ricerca e divulgazione scientifica, operazioni sul campo, sensibilizzazione dell’opinione pubblica e formazione di personale specializzato. Oltre ad aver portato a termine con successo il recupero comportamentale di alcuni cani salvati dalla crudeltà dei combattimenti, il progetto ha registrato oltre 1100 presenze, tra membri delle Forze di Polizia, medici veterinari, guardie zoofile ed educatori cinofili, al percorso formativo tenutosi a inizio 2022. Se l’emendamento 114.03 fosse passato, questo tipo di attività si sarebbero potute ampliare e svolgere su scala nazionale, generando un impatto ancora più significativo per eradicare la piaga criminale dei combattimenti tra animali. Ringraziamo comunque l’Onorevole Brambilla per aver raccolto lo spirito del nostro progetto e aver presentato una riforma normativa in tal senso.”
I combattimenti fra animali sono un fenomeno criminale sommerso, di portata nazionale e internazionale che coinvolge diverse specie animali, tra cui i cani, collegato a criminalità organizzata, traffico internazionale di stupefacenti e di armi, comprese quelle da fuoco, pedo-pornografia e scommesse illegali attorno alle quali ruotano cospicue somme di denaro. In Italia è un reato punito dall’art. 544-quinquies del Codice penale.
Il coinvolgimento in queste attività causa gravi danni fisici e psicologici ai cani addestrati per combattere. A subire immense crudeltà sono anche i cosiddetti “sparring partners”, ovvero altri cani usati per l’addestramento brutale dei combattenti, nonché le fattrici, obbligate a riprodursi per portare avanti le linee genetiche “vincenti”.
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Contatto: Martina Pluda, direttrice per l’Italia : mpluda@hsi.org; 3714120885