Legge di bilancio 2025, scartati gli emendamenti volti a contrastare i combattimenti tra animali

“Un’occasione persa”, commentano Humane Society International/Europe e Fondazione Cave Canem ETS, promotrici del progetto IO NON COMBATTO

Humane Society International / Europa


Chiara Muzzini/Fondazione Cave Canem

ROMA—Tra gli emendamenti alla Legge di bilancio 2025 approvati dalla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, non risultano presenti né l’emendamento 82.0180, a prima firma dell’On. Susanna Cherchi, né l’emendamento 119.03, a prima firma dell’On. Michela Vittoria Brambilla, che avrebbero introdotto “disposizioni volte al contrasto dei combattimenti tra animali”.

I due emendamenti, dal medesimo testo, erano stati presentati sulla base del progetto IO NON COMBATTO, sviluppato da Humane Society International/Europe e Fondazione Cave Canem ETS per intervenire contro il fenomeno criminoso dei combattimenti tra cani. Le due organizzazioni promotrici del progetto esprimono il proprio rammarico per la decisione della Commissione Bilancio, che non fornisce le risorse necessarie a formare le Forze di polizia impegnate nella repressione di tali crimini e a garantire un futuro sereno agli animali coinvolti.

In caso di approvazione, infatti, gli emendamenti avrebbero garantito lo stanziamento di 150mila euro per la formazione teorica e pratica del personale del Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri per le attività necessarie alla repressione del fenomeno criminoso del combattimento tra animali, di cui all’articolo 544 quinquies del codice penale. Inoltre, avrebbero assicurato lo stanziamento di 350mila euro da destinare alla copertura dei costi di custodia derivanti dal sequestro e dalla confisca di animali impiegati nei combattimenti, nonché di animali affetti da problematiche comportamentali, affidati a strutture specializzate nel recupero comportamentale.

Alessandro Fazzi, Consulente Rapporti Istituzionali di HSI in Italia, e Federica Faiella, Presidente della Fondazione Cave Canem, commentano: “Il mancato accoglimento degli emendamenti rappresenta una grave battuta d’arresto nella lotta contro una delle forme più crudeli di sfruttamento animale. Questa decisione non solo priva le autorità degli strumenti finanziari necessari per contrastare efficacemente i combattimenti tra animali, ma invia anche un segnale negativo a coloro che si impegnano quotidianamente per la tutela del benessere animale. La formazione delle Forze di polizia e il sostegno alle strutture specializzate sono elementi imprescindibili per combattere questo fenomeno criminale e per garantire un futuro dignitoso agli animali salvati. Continueremo a promuovere il nostro progetto IO NON COMBATTO e a collaborare con le istituzioni per sensibilizzare l’opinione pubblica e rafforzare e rendere ancora più incisive le normative vigenti”.

Il codice penale punisce chiunque promuova, organizzi o diriga combattimenti o competizioni non autorizzate tra animali che possono metterne in pericolo l’integrità fisica. Come sottolineano HSI/Europe e Fondazione Cave Canem in una guida realizzata per i cittadini, i cani coinvolti nei combattimenti sono spesso riconoscibili dalle loro cicatrici e dai musi gonfi. La maggior parte viene costretta ad allenarsi correndo sul tapis roulant o all’interno di tondini simili a quelli impiegati nei maneggi e a rinforzare i muscoli della mascella mordendo una corda fatta di pelle o resti di pneumatici, nota come “springpole”.

Oltre che per i combattimenti, i cani subiscono gravi danni fisici e psicologici anche a causa dello “sparring”, processo attraverso il quale vengono testati e addestrati a combattere, e a causa della riproduzione forzata, per portare avanti le linee genetiche “vincenti”.

La squadra di IO NON COMBATTO si è occupata della riabilitazione di un gruppo di cani salvati dalle lotte clandestine, oltre a organizzare regolarmente corsi di formazione per operatori della polizia dei giochi e delle scommesse.

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