Il Max Mara Fashion Group annuncia nuova politica aziendale fur-free

Humane Society International


HSI

MILANO—Dopo aver ricevuto migliaia di richieste via e-mail, al telefono e sui propri profil social media da consumatori preoccupati di tutto il mondo e aver assistito al sorvolo della propria sede centrale, a Reggio Emilia, di una mongolfiera che chiedeva all’azienda di eliminare l’uso delle pellicce, il Max Mara Fashion Group ha annunciato ufficialmente l’introduzione di una politica fur-free.

In una nota interna al personale, Max Mara ha dichiarato: “L’Azienda non vende, né online né in nessuna delle sue sedi fisiche di vendita al dettaglio, prodotti realizzati con pellicce, né c’è l’intenzione di introdurre prodotti realizzati con pellicce nelle prossime collezioni dei marchi del Max Mara Fashion Group”.

Questo è stato confermato da un dirigente di Max Mara, che ha aggiunto: “Max Mara, compreso il MMFG e tutte le sue filiali, ha adottato una policy fur-free e non ha intenzione di introdurre la pelliccia in nessuna delle prossime collezioni per nessuno dei marchi del MMFG”.

Questo annuncio giunge dopo che la Fur Free Alliance, una coalizione di oltre 50 organizzazioni per la protezione degli animali – tra cui Humane Society International – provenienti da oltre 35 Paesi, ha lanciato una campagna globale durante le settimane della moda di febbraio 2024 a New York, Londra, Milano e Parigi, esortando il gigante della moda italiana ad adottare una politica fur-free. In questo periodo sono state inviate oltre 270.000 e-mail, effettuate 5.000 telefonate e pubblicati innumerevoli post sui social media che hanno fatto arrivare un messaggio chiaro a Max Mara: eliminare l’uso di pelliccia animale.

Il Max Mara Fashion Group ha oltre 2.500 negozi in 105 paesi. In passato vendeva articoli come guanti di visone, polsini in pelliccia di volpe e un portachiavi di cane procione. Con questa policy, gruppo si unisce a molte delle principali case di moda del mondo che sono già diventate fur-free, tra cui Dolce & Gabbana, Saint Laurent, Valentino, Prada, Gucci, Versace, Alexander McQueen, Balenciaga e Armani.

Nel febbraio di quest’anno, Humane Society International/Europe e LAV hanno sorvolato con una mongolfiera la sede di Max Mara a Reggio Emilia, durante la Settimana della Moda di Milano, esponendo uno striscione con la richiesta di diventare fur-free.

Martina Pluda, Direttrice per l’Italia di Humane Society International/Europe, ha dichiarato: “Siamo lieti di congratularci finalmente con il Max Mara Fashion Group per essersi unito ai numerosi gruppi di moda, marchi e rivenditori che hanno già preso la decisione etica di eliminare le pellicce dalle loro collezioni e dai loro scaffali. Sembra che la voce degli attivisti di tutto il mondo e il messaggio inviato a febbraio da LAV e HSI/Europe, con una mongolfiera in volo sopra la sede di Max Mara a Reggio Emilia, abbiano contribuito a convincere il gruppo a fare la cosa giusta. Ce l’abbiamo fatta!”.

Joh Vinding, presidente della Fur Free Alliance, ha dichiarato: “La Fur Free Alliance applaude Max Mara per essere diventata fur-free. Max Mara era uno degli ultimi marchi di moda globali a vendere ancora pellicce, quindi siamo felici che si sia ora unito alla lista di marchi fur-free che non vogliono avere più nulla a che fare con la crudeltà inflitta gli animali per la produzione di pellicce”.

Ad oggi, oltre 1.500 marchi e rivenditori hanno preso questa decisione aderendo al Fur Free Retailer Program.

Dati:

  • Decine di milioni di animali soffrono e muoiono ogni anno per il commercio globale di pellicce. La maggior parte degli animali uccisi per la loro pelliccia sono allevati in in gabbie spoglie, in maniera intensiva.
  • L’allevamento di animali da pelliccia è stato vietato in 21 Paesi Europei, tra cui 15 Stati Membri dell’UE: Austria, Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Francia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Slovacchia, Slovenia più Bosnia Erzegovina, Guernsey, Norvegia, Regno Unito, Macedonia del Nord e Serbia. Inoltre, due Paesi (Svizzera e Germania) hanno implementato normative talmente restrittive da aver di fatto posto fine all’allevamento di animali da pelliccia e tre Paesi (Danimarca, Svezia, Ungheria) hanno imposto misure che hanno posto fine all’allevamento di alcune specie. L’allevamento di visoni è stato vietato anche nella provincia canadese della Colombia Britannica. In Bulgaria, Romania e Svezia si sta attualmente discutendo l’introduzione di un divieto.
  • Israele è diventato il primo Paese a vietare la vendita di pellicce, nel 2021. Negli Stati Uniti, la vendita di pellicce è vietata nello Stato della California e in 16 città. La Svizzera sta attualmente valutando la possibilità di introdurre divieto di importazione per le pellicce.
  • I visoni di quasi 488 allevamenti in 13 Paesi in Europa e Nord America sono risultati infetti con il COVID-19. Per milioni di visoni, in Paesi come la Danimarca e l’Olanda, è stata ordinata la soppressione per motivi di salute pubblica. L’influenza aviaria A(H5N1) altamente patogena è stata riscontrata in 72 allevamenti di animali da pelliccia (uno in Spagna, 71 in Finlandia). Per circa 500.000 animali, tra cui visoni, volpi artiche, volpi rosse, cani procione e zibellini, è stato ordinato l’abbattimento sanitario.

Foto dello stunt in mongolfiera (creare account per il download)

FINE

Contatto stampa:

  • Yavor Gechev, Direttore Comunicazione Europa: ygechev@hsi.org
  • Martina Pluda, Direttrice per l’Italia: mpluda@hsi.org; 3714120885

 

Chiedi a Max Mara di eliminare le pellicce

Non c’è motivo per cui gli animali debbano morire per diventare accessori

Learn More Button Inserter