SEOUL—Un allevamento di cani da carne sulla famosa isola di Jindo, in Corea del Sud, ha chiuso definitivamente i battenti dopo aver allevato e macellato cani dell’omonima razza, destinati al consumo umano, per più di 20 anni, nonostante si trattasse della razza canina nazionale del paese. La chiusura è avvenuta grazie all’accordo raggiunto con Humane Society International/Corea e il gruppo coreano per la protezione degli animali LIFE. L’allevatore sessantaseienne, gestore anche di un ristorante locale nel quale i suoi stessi cani erano sul menu, è stato trovato dalle autorità locali in violazione della Legge per la protezione degli animali, dopo le segnalazioni dei residenti della zona, insospettiti dai guaiti di terrore degli animali. Invece di spostare i propri affari altrove, l’allevatore ha firmato un contratto con LIFE con il quale si è impegnato a rinunciare per sempre all’allevamento di cani e a rimuovere la carne di cane dal menu del proprio ristorante.
LIFE e HSI/Corea hanno salvato tutti i 66 cani e cuccioli di Jindo trovati in piccole gabbie metalliche, nell’allevamento. Il loro destino sarebbe stato quello dell’elettrocuzione e della macellazione. Humane Society International/Corea, che ha già chiuso altri 17 allevamenti di cani da carne nel paese, sta facendo pressione politica per porre finalmente fine all’industria della carne di cane in Corea del Sud.
Nara Kim, campaigner di HSI/Corea, ha dichiarato: “Tutti i cani di questo allevamento sono di razza Jindo, che dovrebbe essere la razza nazionale coreana. Invece, questi poveri cani sono stati rinchiusi in luride gabbie metalliche, nutriti con gli avanzi dei ristoranti; sono state negate loro anche le cure più elementari e la minima gentilezza umana. Da orgogliosa coreana sono sempre sconvolta dalla crudeltà degli allevamenti di cani da carne ma è stato particolarmente scioccante vedere la razza canina più rappresentativa del nostro paese sfruttata in questo modo, sull’Isola di Jindo. Ho pianto quando ho visto il macello. Nel luogo della loro elettrocuzione c’era una grande pila di collari di tutti gli animali che sono stati uccisi. Per fortuna, insieme ai nostri colleghi di LIFE, siamo riusciti a far uscire questi cani da quel posto orribile e ad assicurare che lì nessun animale soffrirà più. Le autorità perseguiranno anche le accuse di crudeltà mosse contro l’allevatore. Poiché, attualmente, la Legge per la protezione degli animali offre poca protezione ai cani allevati per la loro carne, è incoraggiante vedere le forze dell’ordine far leva su quelle poche norme a loro disposizione. Ad ogni modo per porre fine definitivamente a questa industria brutale, continueremo a fare pressione per un divieto di allevamento, macellazione e vendita di cani da carne”.
In-Seob Sim, presidente di LIFE, ha affermato: “Provo enorme rabbia. Ci vantiamo di questa razza come il nostro cane nazionale, ma allo stesso tempo i Jindo vengono serviti in tavola. Questo è un esempio della doppiezza degli esseri umani ma anche delle contraddizioni all’interno della società coreana. C’è davvero differenza tra un cane Jindo da compagnia e un cane Jindo definito commestibile come i commercianti di carne di cane vogliono farci pensare? La risposta è no. Sono entrambi gli stessi cani e animali domestici”.
Il 10 di agosto, in Corea del Sud, si è conclusa la stagione estiva di Boknal. Si tratta di un periodo in cui la zuppa di carne di cane o “bosintang” viene consumata più spesso e in cui, in tutto il paese, vengono uccise decine di migliaia di cani allevati per la loro carne. Anche se i sondaggi mostrano che la maggior parte dei coreani (84%) non consuma carne di cane, tra i coreani che la mangiano, il 70% lo fa durante il Boknal, nella convinzione che possa aiutare ad alleviare gli effetti del caldo soffocante dell’estate.
Durante il Boknal di quest’anno, HSI/Corea ha collaborato con diversi chef vegani e con i ristoranti Baek-rin Ahn, Nammi Plant Lab e Jung-won Park (Haru Vegan) per incoraggiare i consumatori a sostituire la zuppa di carne di cane con deliziose ricette a base vegetale. Ogni chef ha reinterpretato il cibo tipico del Boknal, incorporando molti degli ingredienti che si trovano tradizionalmente nel “bosintang”, in maniera fresca e completamente vegetale.
Il salvataggio dei cani da parte di LIFE e HSI/Corea segue l’annuncio del mese scorso, da parte del Ministero della Giustizia coreano che l’articolo 82 del Codice civile verrà modificato per chiarire che “gli animali non sono oggetti”. Humane Society International/Corea accoglie con favore questa proposta ma sottolinea che le condizioni deplorevoli di quest’ultimo allevamento di cani da carne dimostrano quanto sia vitale vietare questa crudele industria. Nara Kim ha detto: “Spero che il riconoscimento legale degli animali quali individui la cui vita è da proteggere, porti finalmente alla chiusura di tutti gli allevamenti di cani da carne”.
Humane Society International/Corea ha salvato più di 2.500 cani, da 17 allevamenti, che oggi vivono con le loro nuove famiglie negli Stati Uniti, in Canada e nel Regno Unito. Ora, i 66 Jindo di quest’ultimo salvataggio verranno trasferiti in un rifugio partner in Corea del Sud dove riceveranno le prime cure veterinarie, le vaccinazioni e i test medici necessari per viaggiare oltreoceano. Quando saranno in grado di volare, e le restrizioni legate al Covid-19 lo permetteranno, HSI porterà i cani in Nord America dove inizierà la ricerca di nuove sistemazioni.
Alcuni dati:
- Si stima che da 1 a 2 milioni di cani vivano in migliaia di allevamenti in tutta la Corea del Sud.
- Oltre ai Jindo e ai mastini tipicamente allevati per la loro carne, molti allevamenti di cani allevano anche Labrador, Golden retriever, Cocker spaniel, Husky, Beagle e altre razze.
- Nel 1962, il governo sudcoreano ha designato il Jindo come il 53° monumento naturale del paese, assicurandogli nominalmente protezione secondo la Legge per la protezione del patrimonio culturale.
- La maggior parte dei sudcoreani non consuma carne di cane, e una porzione crescente della popolazione considera i cani come animali da compagnia. Secondo una stima del Ministero dell’agricoltura, dell’alimentazione e degli affari rurali, nel 2020, 6,38 milioni di famiglie sudcoreane (pari al 28% delle famiglie) hanno avuto animali da compagnia.
- Le recenti azioni delle autorità per frenare l’industria della carne di cane includono la chiusura, nel novembre 2018, del macello di cani Taepyeong (il più grande del paese) da parte del Consiglio Comunale di Seongnam, seguita nel luglio 2019 dalla chiusura del mercato di Gupo a Busan. A ottobre 2019 il sindaco di Seoul ha dichiarato la città “libera dalla macellazione dei cani”.
- Le operazioni per la chiusura di questo allevamento sono state condotte nel rispetto delle norme di sicurezza legate al Covid-19. La squadra di HSI è stata in quarantena per 14 giorni, in un hotel autorizzato. Dopo la chiusura di un allevamento, l’organizzazione effettua un test veterinario per escludere la presenza del virus H3N2 (influenza canina) e somministrare i vaccini contro la rabbia, il DHPP, il coronavirus canino, il cimurro e il parvovirus. I cani vengono poi messi in quarantena per almeno 30 giorni prima di ricevere l’idoneità per il trasporto all’estero.
Foto e video del salvataggio (creare account per il download).
FINE
Contatto: Martina Pluda: 3714120885; mpluda@hsi.org