Combattimenti fra cani: appello al Ministro Nordio perché introduca procedure chiare per la gestione degli animali sequestrati

HSI/Europe e Fondazione Cave Canem ribadiscono la necessità di facilitare l’adozione di animali sequestrati altrimenti destinati a trascorrere anni nei canili in attesa dell’eventuale confisca a fine procedimento penale

Humane Society International / Europa


Chiara Muzzini/Fondazione Cave Canem.

ROMA—Humane Society International/Europe e Fondazione Cave Canem Onlus, impegnate nella prevenzione e repressione dei combattimenti fra cani con il progetto IO NON COMBATTO, ringraziano il Vicepresidente della Camera dei Deputati, Sergio Costa, per aver accolto il loro appello e chiesto al Ministero della Giustizia di sviluppare strategie efficaci per contrastare questi crimini e stabilire procedure chiare per la gestione degli animali sequestrati, che tengano maggiormente conto del loro benessere fisico e psicologico e delle eventuali esigenze specifiche di accasamento e riabilitazione. Le due organizzazioni auspicano dunque che il Ministro Carlo Nordio prenda provvedimenti in tempi rapidi.

I combattimenti fra cani, spesso associati ad altre attività criminali, sono puniti, in Italia, dall’art. 544 quinquies del codice penale. Tuttavia, poiché gli animali sono contemporaneamente considerati beni mobili ed esseri senzienti, la loro tutela in ambito penale presenta un carattere a volte ondivago. Una soluzione che potrebbe contribuire a risolvere questo problema, come sostengono HSI/Europe e Fondazione Cave Canem accanto ad altre organizzazioni, è quella del deposito cauzionale. Questo strumento consiste nel versamento di una somma per l’affido definitivo dei cani sequestrati e spesso traumatizzati a enti o privati che siano in grado di garantirne il benessere e il recupero psicofisico, invece di accasarli in strutture temporanee e non idonee per la durata – spesso alquanto estesa – del procedimento penale, il cui esito è altresì incerto.

In caso di assoluzione, la somma verrà corrisposta agli imputati; in caso di condanna, la stessa verrà versata nel Fondo Unico di Giustizia. Come esposto in un convegno a riguardo, tenutosi ad aprile al Campidoglio, le due organizzazioni ritengono che il deposito cauzionale sia, in considerazione delle norme vigenti, uno strumento da diffondere il più possibile: da un lato, consente di svincolare facilmente l’animale sequestrato dall’esito del procedimento penale, senza dover attendere un’eventuale confisca a seguito di condanna penale, agevolandone l’adozione in tempi rapidi; dall’altro, determina un significativo risparmio per le casse dello Stato.

“Per quanto possa sembrare assurdo e contro ogni tipo di natura, i reati di maltrattamento di animali sono ancora molto diffusi in Italia, nonostante il grande sforzo delle Forze dell’ordine. Ho scritto al Ministro Nordio dicendo che è cruciale che il Ministero della Giustizia sviluppi strategie efficaci per prevenire e contrastare questi crimini, ma è altrettanto importante stabilire procedure chiare per la gestione degli animali sequestrati. Possiamo e dobbiamo garantire un futuro di serenità e benessere a questi esseri senzienti, glielo dobbiamo!”, ha dichiarato Sergio Costa, Vicepresidente della Camera dei Deputati.

“Nei casi di combattimenti tra cani o altre gravi forme di maltrattamento di animali, oltre al tempestivo intervento delle Forze di polizia è necessaria la collaborazione, intesa come spiccata sensibilità procedurale, della magistratura. Considerando quanto possono essere incerti i tempi e gli esiti dei procedimenti penali, è importante che si agisca nel miglior interesse dell’animale che sicuramente non è rappresentato dalla permanenza, per anni e anni, in un canile, in attesa della confisca, privandolo del diritto all’adozione. È quindi necessario delineare, diffondere e standardizzare l’uso di strumenti legali, come il deposito cauzionale, per dare a questi animali la possibilità di una nuova vita il prima possibile e confidiamo che il Ministro Nordio condivida questa posizione”, dichiarano Martina Pluda e Federica Faiella, rispettivamente Direttrice per l’Italia di HSI/Europe e Presidente della Fondazione Cave Canem.

Il processo Green Hill, come evidenziato dal Vicepresidente Costa, è un esempio della bontà di questo strumento giuridico, che ha permesso di trovare nuove famiglie a quasi tremila cani sequestrati da un allevamento in provincia di Brescia, che li avrebbe destinati alla sperimentazione. In considerazione dei molteplici vantaggi che il deposito cauzionale garantisce, lo stesso potrebbe essere adottato quale best practice dalla magistratura, facilitando l’adozione di animali che, altrimenti, si troverebbero probabilmente a trascorrere molteplici anni all’interno di canili o altre strutture di accoglienza o, ancora peggio, tornare nelle mani dei loro maltrattatori.

Per questo, HSI/Europe e Fondazione Cave Canem auspicano che il Ministro Carlo Nordio valuti presto la standardizzazione di tale misura, garantendo una gestione più etica degli animali sequestrati e offrendo loro l’opportunità di una nuova vita. Con la piena ripresa dei lavori parlamentari, le due organizzazioni mirano a trovare sostegno politico per la presentazione di un emendamento volto a prevedere, nella prossima Legge di bilancio, lo stanziamento di appositi fondi da destinare alla formazione specialistica delle Forze di polizia e alla copertura dei costi di custodia e di recupero comportamentale degli animali vittime di reato, a partire dai combattimenti tra cani.

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Crediti della fotografia in allegato: Chiara Muzzini/Fondazione Cave Canem

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Chiara Muzzini

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