Humane Society International afferma che i mercati di fauna selvatica sono la “piastra di Petri” per la prossima pandemia globale

Humane Society International


Masked man in Hong Kong market
Jayne Russell/ZUMA Wire/Alamy Live News

ROMA/WASHINGTON–I governi di tutto il mondo hanno ricevuto oggi un appello urgente e un white paper scientifico da parte di Humane Society International per chiedere un’azione immediata volta a vietare il commercio, il trasporto e il consumo di animali selvatici – in particolare i mammiferi e gli uccelli, principali portatori di coronavirus – al fine di affrontare la minaccia che rappresentano per la salute pubblica, il benessere degli animali e la conservazione delle specie.

Sebbene le origini esatte siano ancora in parte sconosciute, l’attuale coronavirus ha legami con un mercato alimentare a Wuhan, in Cina, dove gli animali selvatici vengono venduti e macellati in loco. In passato, diverse malattie infettive sono state legate al commercio di specie selvatiche tra cui, nel 2003, la SARS che si ritiene sia stata trasmessa all’uomo dalla carne di zibetto. Si stima, infatti, che il 75% delle malattie infettive emergenti sia di tipo zoonotico, ovvero trasmesse dagli animali all’uomo.

Teresa Telecky, responsabile del dipartimento fauna selvatica presso Humane Society International, ha dichiarato: “L’attuale pandemia di COVID-19 ha dimostrato quanto possa essere letale il commercio di animali selvatici, non solo per gli animali coinvolti, ma anche per l’essere umano. Il COVID-19 ha ucciso migliaia di persone e probabilmente avrà impatti negativi duraturi sulle economie locali e globali. È un punto di non ritorno che i governi di tutto il mondo non possono ignorare. Questi mercati sono una “piastra di Petri” per la prossima pandemia globale ed è ora che i governi mondiali facciano tutto il possibile per evitare che questa eventualità si ripresenti. Ciò significa vietare questo pericoloso commercio e aiutare i venditori coinvolti a trovare mezzi di sostentamento alternativi il più rapidamente possibile.”

Per facilitare l’introduzione di un divieto su scala globale, Humane Society International esorta inoltre i governi a facilitare la transizione di quei cittadini, che dipendono dal commercio di specie selvatiche, a mezzi di sussistenza alternativi e a fornire maggiori risorse per educare la popolazione sui rischi per la salute di tutte le comunità.

Dall’inizio di marzo, la Cina ha introdotto un divieto temporaneo alla vendita di animali selvatici per il consumo alimentare, ma non ha ancora legiferato in materia. Inoltre, l’uso di animali selvatici per scopi medicinali tradizionali è escluso dal suddetto divieto, così come per le specie di fauna selvatica allevate in cattività. Questo mese la città cinese di Shenzhen ha compiuto un ulteriore passo in avanti, proibendo in modo permanente il commercio e il consumo di animali selvatici, cani e gatti. Tuttavia, a livello globale e specialmente in altre parti dell’Asia, esistono ancora migliaia di mercati come quelli che hanno generato sia la SARS che il COVID-19, rappresentando una continua minaccia alla salute. In tali mercati molte specie di animali selvatici sono ammassate in condizioni antigieniche e frequentemente macellati sul posto, generando le circostanze ideali per la diffusione delle zoonosi.

“I divieti temporanei sono un buon inizio, ma per frenare ogni rischio futuro, è indispensabile che i paesi vietino permanentemente il commercio di animali selvatici e includano anche quegli animali usati a scopi medicinali, quelli da pelliccia e quelli considerati domestici. La posta in gioco è troppo alta, non c’è spazio per mezze misure “, spiega Teresa Telecky.

La situazione non riguarda esclusivamente I mercati cinesi:

  • In Vietnam, i mercati degli uccelli selvatici sono stati collegati alla diffusione del virus altamente patogeno dell’influenza aviaria;
  • Nel Laos, indagini condotte sui mercati della fauna selvatica hanno identificato mammiferi in vendita, in grado di ospitare 36 agenti patogeni zoonotici;
  • In Malesia, una recente analisi su ristoranti, bancarelle e mercati di carne selvatica, ha identificato 51 agenti patogeni zoonotici che potrebbero essere ospitati dalle specie selvatiche trovate in vendita.

Humane Society International avverte: qualsiasi azione intrapresa contro i mercati di fauna selvatica che non si applichi a tutte le specie di mammiferi e di uccelli rischia di mancare il potenziale ospite intermedio della prossima epidemia. Sebbene i pipistrelli siano stati identificati come l’ospite naturale per un’ampia gamma di virus, inclusi i coronavirus, questi passano per una specie intermedia, prima di raggiungere l’uomo. I divieti parziali non sono quindi sufficienti per risolvere il problema.

Anche l’Italia deve intervenire affinché vengano prese misure concrete e definitive. Per questo motivo il Ministro delle Salute Roberto Speranza e il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa hanno ricevuto questa richiesta.

Martina Pluda, Direttrice di Humane Society International – Italia ha dichiarato: “L’Italia è purtroppo il paese con il più alto tasso di mortalità da coronavirus. Il nostro Governo deve pertanto svolgere un ruolo attivo nel garantire che la questione dei mercati di fauna selvatica venga messa all’ordine del giorno della politica internazionale. Identificare e contrastare la fonte del COVID-19, sebbene non rilevante per arrestarne l’attuale diffusione, è fondamentale per prevenire la prossima pandemia. Se i governi, incluso quello italiano, non agiranno prontamente, la domanda da porsi non è SE comparirà un’altra pandemia, ma QUANDO.”

Sempre durante la Giornata Mondiale della Salute, Humane Society International si unisce all’appello di 241 organizzazioni, indirizzato all’Organizzazione Mondiale della Sanità, chiedendole di escludere l’uso della fauna selvatica dalla medicina tradizionale cinese.

Foto e video dei mercati di fauna selvatica (creare account per il download): https://newsroom.humanesociety.org/fetcher/index.php?searchMerlin=1&searchBrightcove=1&submitted=1&mw=d&q=WildlifeMarkets0420

White paper e lettera ai governi in allegato.

FINE

Contatto: Martina Pluda: Direttrice HSI Italia – mpluda@hsi.org

Humane Society International e i suoi partner costituiscono una delle più grandi organizzazioni al mondo per la protezione degli animali. Da più di 25 anni, HSI lavora per la protezione di tutti gli animali attraverso la realizzazione di studi scientifici, campagne di sensibilizzazione, programmi di educazione, e progetti sul campo. Valorizziamo gli animali e combattiamo la crudeltà su di essi in tutto il mondo – www.hsi.org.

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