In vista del Summit del G20 a Roma consegnata la petizione #StopDeadlyFur da quasi 900.000 firme per chiedere ai leader mondiali di porre fine all’allevamento di animali da pelliccia ed evitare future pandemie

Appello ai leader mondiali: è una bomba a orologeria

Humane Society International


La consegna della petizione #StopDeadlyFur in italia
Martina Pluda/HSI La consegna di 880.457 firme sulla petizione #StopDeadlyFur in italia

ROMA—In vista del Summit del G20 che si terrà a Roma a fine mese, sono state consegnate le firme di quasi 900.000 persone, raccolte dalla Fur Free Alliance, che esortano i leader mondiali a porre definitivamente fine all’allevamento di animali da pelliccia per fermare i casi di infezione da SARS-CoV-2 e prevenire future pandemie zoonotiche. In una lettera ai leader del G20, la coalizione globale di organizzazioni animaliste ha sottolineato la necessità di un’azione concreta e immediata: si sono registrati 446 focolai di SARS-CoV-2 negli allevamenti di visoni in Olanda, Danimarca, Polonia, Lituania, Grecia, Spagna, Svezia, Francia, Italia, Lettonia, Stati Uniti e Canada, con il più recente focolaio in Spagna questa settimana.

Un numero elevato di esperti ha espresso gravi preoccupazioni sui rischi per la salute umana posti del commercio di pellicce. Il rapporto pubblicato lo scorso novembre dal Centro Europeo per il Controllo delle Malattie (ECDC) ha avvertito che l’evoluzione del virus nei visoni potrebbe minare l’efficacia dei vaccini negli esseri umani, e che “la trasmissione continua del virus SARS-CoV-2 negli allevamenti di visoni potrebbe dare origine ad altre varianti preoccupanti“. A marzo di quest’anno, l’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (OIE) ha concluso che le pelli di visone grezze non possono essere considerate una merce sicura per il commercio internazionale.

Martina Pluda, Direttrice per l’Italia di Humane Society International che ha consegnato a membri della delegazione italiana del G20 le firme a nome della coalizione, ha dichiarato: “I governi non possono affrontare la crisi da Covid-19 che ha colpito gli allevamenti di visoni semplicemente monitorando i focolai e permettendo agli allevatori di continuare a svolgere le loro attività come al solito. Le condizioni spaventose all’interno degli allevamenti di animali da pelliccia li rendono una bomba a orologeria per lo sviluppo e la diffusione di malattie pandemiche. Gli esperti avvertono che è solo una questione di tempo prima che un altro virus mortale dilaghi se continueremo a tenere gli animali in questo modo, innaturale e crudele. Ora, anche centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo hanno espresso la loro volontà, chiedendo ai leader del G20 di riconoscere pubblicamente che è necessario porre fine all’allevamento di animali da pelliccia, come una delle strategie necessarie per uscire dalla crisi pandemica.”

Quattordici paesi tra cui il Regno Unito, i Paesi Bassi, l’Ungheria e la Lituania hanno già agito per vietare l’allevamento di animali da pelliccia, e questa pratica è attualmente sospesa in Danimarca, Italia e Svezia. Tuttavia, molti paesi in Europa, la Cina, la Russia e gli Stati Uniti continuano ad allevare in sistemi intensivi decine di milioni di volpi, visoni e cani procione, specie particolarmente suscettibili ai coronavirus. Questi animali passano tutta la loro vita confinati in gabbie metalliche molto piccole, che non solo causano loro immense sofferenze, ma rappresentano anche un grave rischio per la salute pubblica. Le condizioni di ammassamento in cui vivono, la scarsa igiene, lo stress, le ferite, le malattie, le cure veterinarie insufficienti e la mancanza di diversità genetica fanno sì che gli allevamenti di animali da pelliccia creino le condizioni ideali per la trasmissione e la mutazione dei virus, creando nuovi ceppi.

Una ricerca condotta nei Paesi Bassi utilizzando il sequenziamento dell’intero genoma, ha rivelato che almeno 66 persone che lavoravano negli allevamenti di visoni sono state infettate dal virus SARS-CoV-2 in rari, ma preoccupanti, casi di trasmissione della malattia da animale a uomo. Il rapporto preliminare, pubblicato nel febbraio 2021, di un focolaio di SARS- CoV-2 nei visoni e negli allevatori in Danimarca, ha concluso che il 19% delle persone identificate come collegate agli allevamenti di visoni si sono infettate, con circa 4.000 casi di persone contagiate da una variante dei visoni.

Foto della consegna delle firme al G20.

Foto e video delle condizioni di scarso benessere negli allevamenti di animali da pelliccia (creare account per il download):

  • Investigazione HSI in un allevamento cinese di animali da pelliccia, dicembre 2020
  • Investigazione HSI in un allevamento finlandese di animali da pelliccia, novembre 2019

ALCUNI DATI:  

  • Dall’aprile 2020, focolai di Covid-19 sono stati documentati in 446 allevamenti di visoni in 12 diversi paesi d’Europa e del Nord America, tra cui Canada (3 allevamenti), Danimarca (290 allevamenti), Francia (1 allevamento), Grecia (25 allevamenti), Italia (2 allevamenti), Lettonia (1 allevamento), Lituania (4 allevamenti), Olanda (69 allevamenti), Polonia (3 allevamenti), Spagna (17 allevamenti), Svezia (14 allevamenti) e Stati Uniti (17 allevamenti).
  • Ogni anno, più di 100 milioni di animali, tra cui visoni, volpi, cani procioni, cincillà e conigli, vengono uccisi per la loro pelliccia in tutto il mondo. Ciò equivale a tre animali uccisi al secondo per la loro pelliccia.
  • L’allevamento di animali da pelliccia è stato proibito e/o è in fase di dismissione in numerose nazioni europee come Austria, Belgio, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Estonia, Lussemburgo, Macedonia, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito, Repubblica Ceca, Serbia, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. Anche Bulgaria, Francia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Montenegro, Spagna e Ucraina stanno considerando di introdurre dei divieti.
  • All’inizio di quest’anno Israele è diventato il primo paese al mondo a vietare la vendita di pellicce. Negli Stati Uniti, la California è stata il primo stato americano a vietare la vendita di pellicce nel 2019, dopo divieti simili in città come Los Angeles, San Francisco, Berkeley e West Hollywood.

FINE

Contatto: Martina Pluda: Direttrice per l’Italia: mpluda@hsi.org; 3714120885

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