ROMA—Un divieto di importazione, esportazione e ri-esportazione di trofei di caccia per e dal territorio italiano e lo stanziamento di fondi al fine di garantire la formazione e l’addestramento delle forze di polizia. Questi i due punti principali dell’emendamento alla Legge di Bilancio 2022 presentato dall’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, a prima firma della Senatrice Loredana De Petris (LeU) e del Senatore Gianluca Perilli (M5S) anche sulla base dei contenuti del rapporto “I numeri della caccia al trofeo: Il ruolo dell’Unione europea nella caccia al trofeo a livello mondiale”, pubblicato da HSI/Europe.
Tra il 2014 e il 2018 l’UE ha importato quasi 15.000 trofei di caccia di 73 specie protette a livello internazionale, diventando così il secondo importatore di trofei di caccia al mondo dopo gli Stati Uniti. Tra il 2014 e il 2020, l’Italia ha importato 437 trofei di caccia provenienti da specie protette a livello internazionale, tra le quali leoni, elefanti africani e rinoceronti neri in pericolo di estinzione. In particolare, l’Italia è il primo importatore UE di trofei di ippopotamo e il quarto più grande importatore di trofei di leoni africani di origine selvatica. Inoltre, il nostro paese ha svolto un ruolo significativo a livello UE nel commercio di trofei di elefanti africani, essendo il quinto importatore UE di questa specie. L’importazione dei trofei di caccia è tuttora legale, nonostante un recente sondaggio, commissionato da HSI/Europe a Savanta ComrRes, dimostri che l’86% degli italiani intervistati si oppone alla caccia al trofeo di tutti gli animali selvatici e il 74% è a favore di un divieto di importazione di trofei di caccia nel nostro Paese.
A seguito della presentazione del rapporto, HSI ha lanciato in numerosi paesi europei la campagna #NotInMyWorld, tesa a ottenere un divieto di importazione, esportazione e ri-esportazione dei trofei di caccia. In Italia, Humane Society International ha percorso le strade di Roma, portando con sé le sagome di elefanti e rinoceronti, raffigurati, da un lato, liberi nei loro habitat naturali, dall’altro come vittime della caccia al trofeo, imballati alla stregua di meri oggetti e pronti alla spedizione. L’impegno portato avanti anche sul piano istituzionale ha ottenuto il supporto degli Onorevoli Francesca Flati e Vittorio Ferraresi e del Senatore Gianluca Perilli (M5S), che hanno alacremente lavorato per portare avanti un’azione politica volta a introdurre tale divieto anche in Italia.
Nelle ultime ore, quest’impegno si è tradotto nella presentazione di un emendamento, annunciato dallo stesso Sen. Gianluca Perilli (M5S), intervenuto durante la conferenza stampa di presentazione degli emendamenti alla Legge di Bilancio 2022, convocata dall’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, alla presenza della sua presidente, l’On. Michela Vittoria Brambilla (Fi), e le Senatrici Loredana De Petris (LeU) e Gabriella Giammanco (Fi). L’emendamento prevede il divieto di importazione, esportazione e ri-esportazione da e per l’Italia dei trofei di caccia di specie protette ai sensi della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES). In caso di violazione del divieto, il trasgressore sarà punito con l’arresto fino a due anni e l’ammenda fino a 200.000 euro, nonché con la confisca dei trofei di caccia che, sentita la Commissione CITES, saranno distrutti o utilizzati a fini didattici. Inoltre, l’emendamento prevede lo stanziamento di 100.000 euro per la formazione delle forze di polizia, finalizzata al contrasto del commercio illegale e al controllo del commercio internazionale e della detenzione di specie di fauna e flora minacciate di estinzione, protette dalla CITES.
Il Senatore Gianluca Perilli ha dichiarato: “Ritengo il tema dei trofei di caccia un tema centrale. Per questo abbiamo presentato un emendamento che propone di aumentare i fondi alle forze di polizia per il contrasto ai reati CITES e di imporre un divieto di importazione ed esportazione di trofei di caccia nel nostro paese. Siamo certi, infatti, che la caccia al trofeo rappresenti il simbolo della crudeltà inflitta dagli uomini agli altri animali. Già questo basta per chiederne l’abolizione. Inoltre, questa pratica non apporta alcun beneficio all’ambiente né alle comunità locali sui territori delle quali viene praticata. Imporne il divieto è un imperativo morale”.
Martina Pluda, Direttrice per l’Italia di HSI/Europe, ha detto: “I cacciatori di trofei uccidono per divertimento molte migliaia di animali selvatici in tutto il mondo, comprese le specie in via di estinzione o minacciate, e l’Italia è una destinazione importante per questi trofei. Oltre alla crudeltà, mentre il mondo sta affrontando una crisi della biodiversità, è irresponsabile consentire alle élite ricche di sparare alle specie in pericolo per puro piacere. Un divieto d’importazione dei trofei in più paesi dell’UE aiuterebbe efficacemente a fermare l’uccisione di questi animali. Per questo stiamo lavorando affinché l’Italia introduca un divieto di importazione, esportazione e riesportazione dei trofei di caccia.”
Oltre al rischio per la conservazione delle specie, la caccia ai trofei non ha alcuna rilevanza per il sostegno alle comunità locali. I cacciatori pagano enormi somme di denaro per uccidere gli animali più rari e imponenti solamente per divertimento, esibizionismo e vanto, registrando i loro successi nei registri tenuti dalle organizzazioni di caccia ai trofei. Inoltre, studi dimostrano che solo il 3% delle entrate ricavate da questa attività viene destinato alle comunità locali. L’ecoturismo per l’osservazione della fauna selvatica genera molto più reddito e posti di lavoro per sostenere la conservazione e l’occupazione locale.
Nelle foto: Martina Pluda, direttrice per l’Italia di HSI/Europe con il Senatore Gianluca Perilli e l’Onorevole Vittorio Ferraresi durante la street action a Roma, lo scorso 20 ottobre.
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Contatto: Martina Pluda, Direttrice per l’Italia: mpluda@hsi.org; 3714120885